E’ il nuotatore paralimpico Andrea Cadili Rispi il testimonial di Stelle nello Sport durante l’incontro con le cinque classi terze (Secondaria di primo grado) coinvolte dalla professoressa Fabrizia Fontanesi in collaborazione con Alessandro Zunino, delegato Coni Imperia.
Andrea Cadili Rispi è un atleta paralimpico di grande valore. Il suo è un esempio di come va affrontata la vita nonostante le avversità. Andrea è affetto da una rara malattia generica “osteopseudoglioma” che porta ad una pesante fragilità ossea, e alla graduale perdita della vista fino alla cecità totale. Andrea è un grande lottatore che negli ultimi 20 anni, dal 2001 in avanti, costruisce un percorso sportivo eccezionale.
Da nuotatore, con imprese di valore eccezionale come le traversate: lo stretto di Messina, il Bosforo, Malta-Gozo, la Travesia Mar de Las Calmas. Da dirigente, già membro della Giunta del Comitato Paralimpico e presidente della Free Swimmer. Da agosto 2021, insieme alla moglie Agnese, Cadili affronterà il cammino di Santiago di Compostela in bicicletta grazie a uno speciale tandem acquistato attraverso una speciale raccolta fondi.
Nel corso dell’incontro con gli studenti di Arma, il nuotatore genovese racconta gli iniziali momenti della malattia condivisi con il fratello Alex capace poi di eccellere non nello sport ma nella musica. “Ricordo l’iter e i tanti viaggi della speranza, l’ultimo in Belgio quando il medico mi disse che i miei occhi non avrebbero più visto niente. Allora in certe situazioni devi farti forza: o reagisci o vai a fondo”.
Cadili ricorda il calvario delle tante fratture a causa della fragilità ossea e i primi approcci con lo Sport post malattia. “La mia esperienza natatoria prende il via nel 2001 a Pontedecimo. Ricordo le difficoltà nell’abituarsi a fare movimento. Dal 1993 stavo pochissimo in piedi: in casa con girello e ruote, fuori con carrozzina. Lo sport mi ha aiutato a ripartire, io dico sempre che è una medicina preventiva per evitare malattie fisiche e mentali”
Riflessione sul grande cambiamento nella percezione dello sport paralimpico. “A inizio anni Duemila lo sport per disabili era solo opportunità di movimento. Non c’era cultura sportiva di impegno agonistico. Io ho sempre spinto le mie società di trattarmi come atleta normale. Daniela, la mia istruttrice, non faceva sconti. Son partito con 5 allenamenti settimanali da un’ora e mezza”.
Cadili si sente in debito con l’acqua “perché mi ha dato la possibilità di costruirmi una nuova vita”. Oltre a ricordare le sue imprese, in particolare la Travesia di Las Calmas (fallita nel 2015 e riuscita nel 2018), il nuotatore parla della sua fede cattolica, spinta importante per affrontare l’impresa 2021. “Il 22 agosto io e mia moglie Agnese partiremo per Burgos, raggiungeremo Santiago di Compostela dopo aver pedalato 60 km ogni giorno grazie a un tandem Hug bike. Ci stiamo allenando tutti i giorni dato che le piscine sono chiuse. La bici è allenante e fa bene alle mie gambe con la possibilità di stare all’aria aperta”.