Non è necessario che favole e fiabe siano reali, servono nel contempo a insegnare e a far sognare. Sono tuttavia tanto più belle e potenti quanto più permettono a bambine e bambini di poggiare un castello di fantasia su una solida base di realtà…del resto un obiettivo non è altro che un sogno da raggiungere. Ecco allora una favola che è assolutamente reale, che insegna e fa sognare, e che poggia non su una scarpetta di cristallo, o, come nella storia di Rodopi, su una pantofola di Oro rosso, ma su un pattino a rotelle.
C’era una volta e di certo c’è ancora, Paola Fraschini, più forte che mai anche se non gareggia da un po’, che cento ne pensa e cento ne fa, perché quando si è tenaci e si crede in sé stessi, i sogni comunque sono desideri, ma invece che rinchiusi in fondo al cuor, si espongono e con tanto duro lavoro si traducono in realtà. E quelle che pensa e che fa, non sono marachelle ma imprese. In questa novella c’è dell’Azzurro, ma piuttosto che quello del Principe, è il colore che per 7 volte, il numero magico delle fiabe, ha fatto svettare dalla cima di un podio iridato. Uno per ogni Mondiale di Pattinaggio Artistico a Rotelle vinto. E invece che un solo Gran Ballo, ci sono tante danze spettacolari. Un incantesimo che non ha ancora trovato la sua mezzanotte. Una magia che Paola ha saputo far vivere in tante forme diverse da molti anni, cambiando giusto il vestito con cui la metteva in scena.
Smesso quello da competizione, dalla sua Genova ha continuato a volteggiare sui palcoscenici globali negli show del prestigioso Cirque du Soleil. Mentre è da quello dell’Ariston di San Remo che ha riemozionato l’Italia intera accompagnando Colapesce e Di Martino nella coreografia di Musica Leggerissima. E così la sua vera favola si è arricchita di capitoli sempre nuovi, e come si conviene ha trovato loro casa in un castello di carta, il libro “Come il Leone e la Farfalla”, dove chiunque, leggendolo, può andarli a trovare per trarre ispirazione per le proprie imprese. Nel frattempo Paola ne ha compiuta un’altra: il 20 novembre esce il Docufilm sulla sua storia, ripensata per il Grande Schermo per emozionarsi ancora una volta. L’anteprima Nazionale è al Cinema America, ed è un nome adatto, suggestivo, che invita a sognare. E magari a lasciarsi insegnare, a farsi ispirare, come accade in tutte le favole reali e in tutte le storie di Sport.
– Ti sei abituata e ci hai abituato a spingerti sempre un po’ più in là, mostrando talento, determinazione e creatività non solo in pista, ma anche nell’inseguire sempre nuovi orizzonti. Prima i Mondiali, poi il Cirque du Soleil, il libro Come il Leone e la Farfalla, San Remo, gli impegni per la collettività anche come allenatrice, e ora il Docufilm. Come è nata l’idea di quest’ultimo progetto e come l’hai affrontato?
“L’idea è nata qualche tempo fa ancora quando lavoravo in America ma ero molto impegnata col lavoro al Cirque du Soleil e non avevo il tempo di pensare anche a questo progetto. Quando però tornai in Italia a causa del Covid, contattai il regista Fabrizio Denaro che lesse il libro e si dimostrò sin da subito entusiasta per aiutarmi a realizzare anche il docufilm. La cosa bella è che abbiamo avuto la stessa visione di realizzazione da subito ed è stato semplice lavorare insieme. Mi è piaciuta molto la sua idea di trasformare la mia storia in una favola affinché il messaggio fosse di più facile comprensione anche per i giovani atleti. Sono soddisfatta del risultato e spero davvero che possa ispirare chi lo guarda”
È l’ultima tappa di una lunga rotta, che girando sui Pattini e facendone girare le rotelle ti ha portato a toccare tante tappe, partendo da un porto sicuro, Genova, da cui poi hai spiegato le vele. Come è nata la passione per il Pattinaggio Artistico a Rotelle?
“È nata da piccolissima. Mia mamma Laura Bonamico mi ha passato questa passione essendo lei allenatrice e devo dire che il pattinaggio è stato un fedele compagno che mi ha seguita in tutte le mie imprese. Mi ha regalato tantissime soddisfazioni e mi ha dato tante lezioni di vita”
Qual è stata sinora l’emozione più grande del tuo percorso? E quale la prova più dura da affrontare?
“L’emozione più grande senz’altro quando ho vinto il mio primo mondiale. Non me l’aspettavo! Mi ero fratturata il gomito 2 mesi prima e non sembrava neanche possibile potervi partecipare… e invece con tanto allenamento mentale sono riuscita a vincere la medaglia d’oro. Di questo ne parlo sia nel libro che nel docufilm. La prova più dura da affrontare è la quotidianità. Non avere un impianto adeguato dove allenarsi rende tutto veramente più difficile”
Nella tua strada Sport e Arte si sono spesso incrociati, permettendo a entrambi di trarre mutevolmente forza e bellezza. Quanto ti senti artista oltre che atleta?
“Il bello del pattinaggio è proprio che è…artistico. Sinceramente penso di sentirmi più artista che atleta. L’arte ce l’hai dentro, atleta lo puoi diventare, chiaramente con tanto lavoro e dedizione”
Una volta andata oltre i circuiti agonistici, delle tante e varie esperienze in cui ti sei cimentata, quale ti ha dato più soddisfazione?
“Senz’altro essere parte del Cirque du Soleil mi ha dato tantissima soddisfazione. Era qualcosa che vedevo come un puntino luminoso distantissimo, come un sogno quasi di qualcun altro tanto era grande. Ma ci ho creduto tantissimo e quando ci credi con tutto te stesso l’universo aiuta sempre. Arrivano le coincidenze, le opportunità, le persone giuste. Questa fiducia ha guidato la mia vita e ha funzionato anche in quell’occasione”
Ritornando al docufilm, essendo testimonial Stelle nello Sport, Star lo sei giá da tempo…e infatti come tutti le autentiche campionesse illumini la via a 360° anche a chi magari non è nato con un talento scintillante come il tuo. L’importanza della fiducia nei propri mezzi sará uno dei messaggi della pellicola?
“Assolutamente sì. Credo davvero che ognuno abbia dei talenti. Il nostro compito è proprio identificarli, farli sempre più nostri, avere il coraggio di immergersi dentro e offrirli agli altri. Sia il libro che il film sono una condivisione di quella che è stata la mia esperienza e spero che possa aiutare altre persone”
Quali sono per te i valori dello Sport, in generale, e quelli in particolare del Pattinaggio?
“Come dico sempre lo Sport è stato per me un grandissimo maestro, talvolta un po’ duro. Mi ha messo alle strette, fatto vedere i miei limiti, ha sfidata più e più volte ma tutto questo mi ha forgiata, obbligandomi a cercare di essere un’atleta ma anche una persona migliore. Il pattinaggio artistico è uno sport difficile: si fanno poche gare in un anno, si hanno 3 minuti a disposizione per presentare il programma di gara e se si sbaglia non si ha possibilità di replica, ci sono dei giudici che guardano e giudicano, un pubblico (altrettanto giudicante).. insomma tante cose da gestire emozionalmente e mentalmente. Il pattinaggio mi ha costretta ad andare oltre alla mera competizione e a fare un salto più in là. Ho imparato a performare per un motivo più alto: per esprimermi, per portare il mio messaggio, la mia arte, il mio divertimento e donare le mie emozioni agli altri”
Quanto ti ha aiutato lo Sport nel superare le sfide al di là delle competizioni?
“Tantissimo. Dico sempre che lo sport mi ha insegnato a trasformare le “sfighe” in “sfide”. Mi ha obbligata ad avere un atteggiamento mentale da vincente se, appunto, volevo vincere. A tal proposito ho studiato tantissimo allenamento mentale, mi sono formata con un master in psicologia per lo sport, ho letto tantissimi libri, frequentato una miriade di corsi, fatto un lavoro su me stessa. Insomma ho provato sulla mia pelle che per reggere la “pressione” della gara bisogna innanzitutto esserci mentalmente ed essere ovviamente disposti a mettersi in gioco e superare i propri limiti”
Il titolo completo del tuo libro è “Come il leone e la farfalla: Libera il talento e l’energia che hai dentro”. Quanto può essere importante la pratica dell’auto-aiuto per la realizzazione personale?
“Credo sia fondamentale, per lo meno così è stato per me. Anche io ovviamente ho delle paure, ho dei limiti, ho credenze sbagliate, ho talvolta poca fiducia e stima. Sono in continuo cammino. Però mi è molto chiaro che la chiave della mia vita ero io stessa. Capire che il mio atteggiamento mentale influenzava il risultato è stata una grande rivelazione e da lì ho cominciato a studiare, a sperimentare su me stessa, a cadere, a rialzarmi. È un percorso, una strada con salite e discese ma intraprenderlo ne vale senz’altro la pena”
Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?
“La Liguria per me è casa. Quando sono stata all’estero col Cirque du Solei non mi sentivo mai a casa. Qui sì. Ho le mie radici, la mia famiglia, i miei ricordi, le mie amicizie. Non è una regione facile per quello che faccio io, ma spero ci possa essere un’apertura mentale anche in tal senso”

C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?
“Ho tante figure che mi sono d’ispirazione, sia sportive che non. Ma cerco di trovare quotidianamente l’ispirazione nelle persone che incontro e che frequento. Credo che ognuna di esse abbia la propria storia e che possa insegnarmi qualcosa”
Che consigli daresti a una bambina o a un bambino che si avvicinino al Pattinaggio Artistico per la prima volta?
“Come dicevo prima il pattinaggio artistico è uno sport che ti mette tanto alla prova. Per me il segreto è non perdere mai il divertimento nel praticarlo!”
Quali sono i tuoi programmi per il 2024?
“Be spero innanzitutto che il docufilm piaccia e che il suo messaggio possa arrivare a tante persone. Vorrei parlarne nelle scuole, ai giovani sportivi e a chiunque abbia voglia di seguire i propri sogni! Sono coreografa e mental coach per sportivi, mi impegno a donare agli altri il mio bagaglio, che è ricco di bellissime esperienze. Il mio sogno è anche creare uno spettacolo con pattinatori oltre che ad altre figure artistiche. Se non ci riuscirò nel 2024 pazienza ma sarà comunque un obiettivo che in futuro vorrei raggiungere”
Federico Burlando
Paola Fraschini agli studenti di Oregina: “Fate sport nel modo più sano”
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