E così è solo un abbaglio di prospettiva quello che fa credere che Viola Battistella sia partita direttamente dalla Vetta, o perlomeno un po’ più in alto sul sentiero che papà Davide, Presidente della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, da pioniere della disciplina, prima da atleta e poi da dirigenti, ha contribuito ad aprire per tutti gli appassionati.
Con un genitore così però un bel po’ prima della media di sicuro: i primi passi su una paretina. Ed è stato l’unico appoggio della sua ascesa che il destino le ha fatto trovare comodo tra le mani. Tutti gli altri invece se li è cercati, costruiti, collezionati con pazienza, passione e determinazione. Senza mai perdere il sorriso.
Dalla natia La Spezia, un percorso che ricambia l’abbraccio della Liguria sino a Finale, ma che sa spingersi oltre tali orizzonti così conosciuti e amati, verso il resto d’Italia, l’Europa e il Mondo. Lungo la graduale e rapida trafila di tutti i Campionati Giovanili, issandosi sui loro podi. Vette metaforiche frutto di un lavoro concreto, i cui semi sono stati piantati con largo anticipo. Da radici solidissime ad ambiziosi rami che puntano verso il cielo. Di quelli che sembrano nati per arrampicarcisi sopra. Un giorno probabilmente qualcuno maturerà alla sua ombra, sul suo solco: oggi però è il suo tempo di crescere ancora.
Da dove nasce la passione per l’Arrampicata? Quando hai cominciato a praticarla?
“La passione dell’arrampicata mi è stata tramandata da mio papà che, oltre ad essere il Presidente della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, ha chiodato la falesia del Muzzerone e ha partecipato alla prima gara a Bardonecchia nel 1985. Ho cominciato ad arrampicare all’età di due anni, quando i miei genitori mi regalarono una paretina alta due metri che da subito è diventata il mio passatempo e divertimento, e seppur io abbia praticato altri sport fino ai 8 anni, l’arrampicata non l’ho mai lasciata da allora”


Ci racconti la tua ascesa sino alla convocazione agli Europei Giovanili?
“Avendo fatto podio ai Campionati Italiani Giovanili ho avuto accesso diretto alle Coppe Europa, e grazie ai risultati di queste, e alla semifinale ai Campionati Mondiali, sono stata convocata anche agli Europei”
Qual è stata l’emozione più grande della tua carriera?
“Il primo Campionato Italiano Giovanile che ho vinto è stato nel 2013, e al ricordo ancora mi emoziono, anche se ero troppo piccola per realizzare la cosa (avevo 9 anni). Più recentemente invece, sicuramente la vittoria nel 2022 è stata una delle più grandi emozioni perché, dopo una stagione internazionale dove non ero mai riuscita ad esprimermi quanto volessi, la medaglia d’oro valeva più di qualsiasi cosa, e con questa anche la convocazione di diritto ai Mondiali Giovanili a Dallas che tanto sognavo”
Quanto ti alleni ogni giorno? Come mantieni il tuo corpo in forma?
“Mi alleno mediamente 6 giorni alla settimana, e la maggior parte delle volte nel fine settimana vado a Milano per allenarmi nelle palestre più attrezzate per la mia specialità –l’arrampicata con corda– In generale invece, nella parte invernale dell’anno prevale la preparazione fisica, in vista di quella più tecnica e di scarico con l’avvicinarsi delle competizioni (primavera/estate)”

Quali sono per te i valori dello sport, in generale, e quelli in particolare dell’Arrampicata?
“Secondo me lo sport riesce a darti qualcosa che poco altro riesce. Personalmente credo che la sportività e il contatto con persone di altre nazionalità siano valori veramente speciali, che poi una persona si porta dentro per il resto della sua vita. Io grazie all’arrampicata sono riuscita a vivere tutto ciò e gliene sarò per sempre grata”
Ci racconti un segreto…rivelabile? Una pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare una giovane campionessa?
“Fin da bambina ho sempre pensato che il miglior segreto per concentrarmi e allo stesso tempo distrarmi (per non andare troppo in ansia) sia quello di sorridere il più possibile, anche prima proprio di salire la via di gara, e di divertirmi. Non nasconderò che molte volte in falesia mi ritrovo a canticchiare mentre arrampico!”
Una passione al di là dell’Arrampicata?
“Oltre all’arrampicata ho sempre avuto anche la passione per la musica in generale, canto, chitarra e ballo”
Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?
“Sicuramente il mare ligure è una delle cose che poco si dimenticano di questa regione, nell’ambito dell’arrampicata in generale le falesie liguri sono alcune di quelle più rinomate a livello italiano (la falesia del Muzzerone, Finale Ligure e Albenga), e di sicuro il settore “Specchio di Atlantide” a picco sul mare, è un’accoppiata vincente”

C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?
“La slovena medaglia d’oro olimpica dell’arrampicata Janja Garnbret è di sicuro uno degli idoli più quotati nell’arrampicata, data la quantità di medaglie e di sportività che lascia dietro di sé”
Che consigli daresti a una bambina o a una ragazza che si avvicina all’Arrampicata per la prima volta?
“Consiglierei l’arrampicata a qualunque bambino o bambina che vogliano provare qualcosa che li facciano sentire liberi, che gli insegni dei valori per la vita, e a relazionarsi con il proprio corpo ed esprimerlo al meglio. Il consiglio che maggiormente darei per questo sport è quello di divertirsi il più possibile e di rendersi conto che è una cosa magica”
Quali sono i tuoi programmi per la fine del 2023 e per il 2024?
“In questi ultimi mesi farò le ultime due tappe di Coppa Italia, e poi inizierò la preparazione in vista della mia prima stagione nella categoria senior l’anno prossimo, e vedrò dove mi porterà, già non vedo l’ora!”
Federico Burlando
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