Roberto Di Donna: “Lo Sport aiuta a conoscersi meglio”

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Un paragone ozioso: il tiratore come il pistolero. Roberto Di Donna come Clint Eastwood. Il quale per Sergio Leone quando recitava nei western della Trilogia del Dollaro aveva due sole espressioni: col capello e senza. Anche Roberto Di Donna, incontrato a Genova in occasione della premiazione dei migliori atleti UITS Liguria,  per certi versi ha una sola espressione: il sorriso. Tutte le volte che parla del suo Tiro a Segno. Chiaro e allegro, come i suoi occhi.

In contrasto con lo sguardo inevitabilmente accigliato e concentrato che lo accompagnava in pedana. Quando conquistava medaglie per l’Italia. Una su tutte: l’oro nella Pistola ad aria compressa ad Atlanta ’96, il primo della spedizione azzurra. Il primo della disciplina nella storia del paese. Uno dei momenti a Cinque Cerchi più inattesi ed emozionanti per il tricolore.

Non partì benissimo la sua gara, un po’ come una sorta di altro Clint Eastwood del cinema, quello del terzo episodio della saga Ritorno al Futuro, che con lo pseudonimo del nome dell’attore sbaglia il primo colpo e poi più nessuno. Vengono facili i paragoni con le Stelle del grande schermo perché la storia di quell’oro ha un pathos, una bellezza e una potenza tipicamente hollywoodiane. Il troppo umano Roberto Di Donna che cercando l’argento con ostinazione arriva all’ultimissimo tiro davanti al “computer cinese” Wang Yifu, ne incrina la freddezza e lo manda in tilt.

Ma se ritorniamo al futuro, cioè prima al presente e poi a quello prossimo, da una storia da Stelle a un’altra, allora è ancora più bello che lo stesso sorriso che mostra appena vinto l’oro Olimpico, l’apice di una carriera che l’ha visto conquistare anche 3 ori, un argento e un bronzo iridati, partecipare ad altre 3 edizioni dei Giochi (Da Seoul ’88 a Sidney 2000), e rifiutare una wild card per una quinta perché non se ne sentiva degno, quel medesimo sorriso sia lo stesso che ostenta vedendo i risultati dei giovani della Liguria in pedana. Qualcosa che mette bene in chiaro durante l’intervista.

Non ha lasciato il segno solo sul bersaglio. Del resto ha aperto una scuola di Tiro e dal 2011 è entrato in Federazione come allenatore. E qui stanno le vere differenze: il pistolero dagli occhi di ghiaccio non sorride mai e scompare sulla linea dell’orizzonte. Il tiratore non ride e non sorride mirando, ma al pensiero di farlo, e se è pure un campione, non vede sparire il suo segno da nessuna parte. Resta impresso dal centro sino al futuro.

A vedere quelli che sono i giovani che vengono dalla Liguria, qual è lo stato di salute?

“A vedere il Parterre de Rois, un grandissimo stato di salute! La Liguria è una regione che fa molto per lo Sport e per il Tiro a Segno, io ho girato alcuni poligoni e me ne sono reso conto di persona. Per tutto quello che ho ricevuto da questo straordinario Sport, mi sento in dovere di venire a qua a dare un bocca al lupo e dire “bravi!” ai ragazzi Liguri che si sono distinti nell’anno appena trascorso”

Se dovesse consigliare questa disciplina a un giovane che ancora non la conosce, su quali aspetti farebbe leva per convincerlo a iniziare il Tiro a Segno?

“La mia visione dello Sport è l’aspetto ludico. Il Tiro a Segno è uno sport estremamente divertente e formativo. Ci si impara a conoscersi meglio, quella che è l’attenzione, la concentrazione, le proprie ansie le paure…è uno sport formativo che sicuramente va coadiuvato da altre attività un po’ più dinamiche, però è uno sport estremamente interessante, e, soprattutto, sparare è divertente!”

Guardiamo al 2023, anzi al 2024! Come sta procedendo la campagna di avvicinamento della Federazione, in particolar modo il suo settore, quali sono le aspettative, quali sono gli appuntamenti importanti che ci saranno verso Parigi?

“Adesso io sono, come ruolo, Commissario Tecnico del settore di pistola per la mia Federazione, il Tiro a Segno, stiamo lavorando per cercare di qualificarci ai prossimi giochi, abbiamo un calendario molto fitto quest’anno: Coppa del Mondo in Egitto, Azerbaigian, Perù, i Campionati Europei…tutte gare che ci serviranno per la qualificazione Olimpica e speriamo di andare a Parigi con un nutrito numero di atleti, ma soprattutto di portarli competitivi per poter primeggiare anche a livello Olimpico”

Tocchiamo tutto il ferro necessario, però bisogna dirlo: alle Olimpiadi la vostra federazione non manca mai nel medagliere del Coni!

“Sì! Abbiamo avuto Un momento straordinario. Primo sono stato io nel ’96 con due medaglie. Poi è arrivato Campriani che è stato un atleta straordinario, ha vinto 3 ori e un argento in un’Olimpiade, adesso la situazione non è proprio florida ma stiamo lavorando per portare i tiratori competitivi anche ai prossimi giochi”

Federico Burlando

 

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