Aurora Bado e un bronzo di famiglia che viene da lontano

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Le maratone si sa sempre quando e come iniziano, ma i loro finali più belli sono traguardi che si trasformano in nuove partenze, se non addirittura in staffette. Da quelle Olimpiche di Atlanta e Sidney, sono scaturite la settimana scorsa dei diecimila metri che sarebbero da favola, se non fosse una storia meravigliosamente reale. Ovvero, la corsa di Aurora Bado. Dove e quando comincia? Certamente è finita con un bronzo al collo agli ultimi Europei Under 23 di Atletica sui 10.000 metri. Un podio che arriva da lontanissimo per la ragazza di Imperia, portacolori della Freezone. Talmente tanto che mentre scalava le posizioni non si è vista arrivare: sono stati i compagni, quasi come un team automobilistico alla 24 Ore di Le Mans, mentre sfrecciava, a farle cenno di premere ancora sull’acceleratore, che era tempo di guadagnarsi in breve ciò che era meritato da tempo. Ma il via a questa bella storia comincia persino da molto prima.

Non è un caso che appena riuscita nell’exploit abbia voluto salutare la nonna. La vittoria è arrivata nel giorno dei suoi 85 anni, il 17 luglio, sessantacinque primavere e trentasei giorni più della nipote, e con lei ha voluto ringraziare “tutte le persone che hanno sempre creduto in me, dopo una stagione difficile”. È una storia di famiglia: si accennava a una staffetta perché Aurora ha raccolto un fiammeggiante ed esemplare testimone, da papà Corrado, fondista, dalla mamma Ornella Ferrara, la maratoneta che ha corso ai Giochi del 1996 e del 2000, cogliendo pure lei un bronzo, ai Mondiali di Göteborg del 1995, tra le (primissime!) premiate alla Notte degli Oscar dello Sport Ligure -nel 2001– e del fratello Riccardo, il suo allenatore. Quante persone su quel podio! E anche se c’era spazio per tutti, sarebbe d’uopo un’altra staffetta per questa dinastia che testimonia così bene cosa voglia dire avere lo Sport nello spirito e l’Atletica Leggera nel cuore, con la Liguria in mezzo tra i due, quella che porta seduta stante da un successo all’altro. Con la stessa determinazione: in fondo la vera vittoria è cogliere un traguardo importante non come se fosse il tramonto di una fatica ma l’Aurora di una nuova sfida.

Agli ultimi Europei Under 23 ha raccolto una grandissima soddisfazione sui 10.000 metri con la medaglia di Bronzo. Hai voglia di raccontarci la corsa verso questo traguardo?

“In realtà è stato tutto inaspettato. Sono partita con il decimo tempo di accredito e mi sono ritrovata con una medaglia di bronzo al collo. Durante l’ultimo periodo prima della competizione ho lavorato bene sotto la guida del mio allenatore/fratello Riccardo, ma non sapevo cosa aspettarmi in gara, anche perché 25 giri di campo sono lunghi e difficili da gestire. Durante il riscaldamento non mi sentivo molto bene e quindi ho deciso di partire un pochino più cauta. Subito ero intorno all’ottava posizione (che per me andava già bene), poi piano piano ho iniziato a recuperare posizioni, ma in realtà verso la fine neanche mi ero accorta di poter arrivare a podio perché con le ragazze doppiate non capivo quante ne avessi davanti. I miei compagni di squadra, da bordo campo, hanno iniziato a dirmi che ero quarta e che potevo andare a prendere la terza che nel frattempo stava rallentando, se non fosse stato per loro probabilmente non lo avrei capito. Solo tagliato il traguardo mi sono resa effettivamente conto del sogno che stavo vivendo”

Aurora Bado bronzo agli Europei nei 10.000 metri

Da dove nasce la passione per l’Atletica? Quando hai cominciato a praticarla?

La passione per l’Atletica ce l’ho praticamente da sempre. La mia famiglia dice che ho imparato prima a correre che a camminare. Ho partecipato alla mia prima “garetta” a solo un anno. Ma non è un caso che io ami così tanto questo sport. Sono nata in una famiglia di sportivi che mi ha trasmesso sin da subito questa passione portandomi in giro per il mondo nei viaggi per le competizioni. Infatti mia mamma, mio punto di riferimento, è un’atleta che ha partecipato nella maratona alle olimpiadi di Atlanta 1996 (13ª) e Sydney 2000 (18ª) ed è arrivata terza ai mondiali di Göteborg del 1995; mio papà era un grande atleta anche lui e mio fratello in fase giovanile aveva ottenuto ottimi risultati, ma poi degli infortuni hanno arrestato la sua scalata ed ora, laureato in Scienze Motorie e a breve anche in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate, allena me che cerco di ripercorrere le orme di mia mamma e raggiungere (e magari superare) i suoi risultati. Nonostante tutto questo però ho iniziato atletica all’età di undici anni, prima dell’inizio delle scuole medie ho praticato molti altri sport, alcuni anche in concomitanza, come la ginnastica artistica che ho continuato anche successivamente, ma anche nuoto, danza, ginnastica ritmica…Poi durante le superiori ho dovuto fare una scelta e l’atletica è diventata a tutti gli effetti parte di me”

Il successo in Finlandia è stata l’emozione più grande della tua carriera sportiva? Quali altri emozioni hai vissuto sulla pista?

“Questi Campionati europei in Finlandia mi hanno regalato tante tante emozioni, una medaglia U23 nei 10000m che al secondo anno promessa non mi sarei mai aspettata, ma comunque posso dire di essere molto fortunata perché l’atletica mi regala sempre tanti splendidi momenti. Sicuramente la mia prima maglia azzurra ai campionati europei U20 a Tallinn è un ricordo importante nonostante la specialità in cui fui convocata, ovvero le siepi; poi Oderzo in cui ebbi il mio primo successo internazionale perché vinsi la 5km su strada; successivamente partecipai ai campionati europei di Cross a Dublino e poi il mio secondo successo ai Campionati del Mediterraneo in cui vinsi l’oro nei 5000m in pista. Un’altra gara di cui vado molto fiera sono i Campionati italiani di Mezza Maratona dove arrivai seconda con 1h12’03 e poi la partecipazione ai campionati europei di cross a Torino in cui arrivai quattordicesima (seconda italiana dopo Battocletti) e arrivammo seconde come squadra. Le ultime che cito sono la 10km di Valencia (in cui ho fatto 33’09) e le mezze maratone a Lisbona e Berlino che hanno ampliato le mie esperienze in gare internazionali di altissimo livello. D’altronde ogni gara regala grandi emozioni belle, ma a volte anche brutte che però sono quelle che ti permettono di crescere”

Quanto e come ti alleni ogni giorno? Come mantieni il tuo corpo in forma?

“Mi alleno praticamente tutti i giorni cercando di conciliare l’attività con lo studio. Cerco di stare attenta all’alimentazione infatti studio Scienza dell’Alimentazione e Gastronomia”

Quali sono per te i valori dello sport, in generale, e quelli in particolare dell’Atletica?

“Qualsiasi sport è importantissimo, forgia il carattere, insegna valori importanti di lealtà e determinazione nel cercare di raggiungere i propri obiettivi senza arrendersi al primo ostacolo”

Fonte: Profilo Instagram Aurora Bado

Ci racconti un segreto…rivelabile? Una pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare una giovane campionessa?

“Urca, questa sì che è una bella domanda, sono quasi in difficoltà. Sicuramente io non gareggio senza le mie spille dorate. Le avevo trovate per caso in una delle mie prime gare da allora attacco i pettorali solo con quelle. Sono il mio portafortuna”

Una passione al di là dell’Atletica?

“Sono un’amante della cucina, soprattutto dei dolci, si vede che sono una buona forchetta! Amo molto anche disegnare e l’arte in generale. Tutto ciò che mi permetta di esprimere creatività e di divertirmi”

Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?

“Io amo molto la mia città, sono in mezzo tra il mare e la montagna e di conseguenza il clima è sempre abbastanza mite e allenarsi sia in estate che in inverno non è mai troppo pesante. La cosa che adoro di più è vedere il mare durante le mie corsette, mi fa stare bene sentire quell’odore di sale nell’aria quando passo sul lungomare”

Fonte: Tratta da profilo Instagram Aurora Bado

C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?

“La mia ispirazione è senza dubbio mia mamma, che da sempre è stata il mio punto di riferimento e vorrei davvero poter rincorrere le sue orme”

Che consigli daresti a una bambina o a una ragazza che si avvicina all’Atletica per la prima volta?

“Non sono molto brava a dare consigli, quello che posso dire è di sognare sempre, non smettere mai di cercare di raggiungere i propri obiettivi. Non c’è fretta, il duro lavoro ripaga sempre. I periodi bui ci sono per tutti e spesso si tende a mollare tutto, ma è proprio nel momento in cui le cose diventano più difficili che bisogna tenere duro e non farsi spaventare dalla situazione. La testa fa molto di più delle capacità fisiche”

Quali sono i prossimi obiettivi all’orizzonte?

“Ho appena terminato la seconda parte della stagione, mi manca ancora la terza parte che da settembre in poi comprenderà i 10km dei campionati italiani e delle mezze maratone e si concluderà con i campionati europei di cross per cui dovrò guadagnarmi, attraverso le prove di selezione, la convocazione”

Federico Burlando

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