Montallegro promuove nelle scuole stili di vita sani con #piùgustoperlavita

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Nell’ampio palinsesto di attività che Montallegro sostiene per promuovere il territorio di riferimento, particolare attenzione è dedicata al mondo dello sport. In questo contesto, il sodalizio con Stelle nello sport è particolarmente forte. Tra gli obiettivi del progetto ideato da Michele Corti c’è la promozione di stili di vita sani e consapevoli all’interno delle scuole.

Così, dal 2014, con l’aiuto di alcuni professionisti, Montallegro ha avviato il percorso #piùgustoperlavita, per spiegare nelle scuole la relazione tra movimento (sport) e alimentazione, ma non solo. A partire da quest’anno, i temi degli incontri si sono infatti ampliati includendo anche un incontro sulle dipendenze – in particolare da cibo e alcol – e uno sull’uso consapevole dei dispositivi elettronici.

Nell’edizione del 2023, gli incontri hanno visto come protagonisti Luca Spigno, vicedirettore sanitario di Montallegro e specialista in scienza dell’alimentazione, Cinzia Finocchi, direttore della struttura complessa di neurologia dell’ospedale San Paolo di Savona, ed Edoardo Giovanni Giannini, direttore della Clinica Gastroenterologica dell’Ospedale Policlinico San Martino.

Gli incontri si sono tenuti presso gli istituti Marsano, Firpo-Buonarroti e Majorana-Giorgi. Sono anche disponibili in formato podcast per i docenti che desiderano programmarli nelle diverse scuole di primo e secondo grado, all’indirizzo: www.stellenellosport.com/scuola/piugustoperlavita.

Luca Spigno: «Promuoviamo la dieta mediterranea»

Da anni, Luca Spigno è l’anima di #piùgustoperlavita, portando la sua ampia esperienza nel campo della nutrizione. «Ci impegniamo a promuovere tra i ragazzi stili di vita corretti, che includono un’alimentazione adeguata abbinata a un’adeguata attività fisica. Quindi raccontiamo loro come si deve mangiare, quali sono i principi nutrizionali ottimali e come alimentarsi durante la pratica sportiva».

Perché non è importante solo cosa si mangia, ma anche quando mangiare. «Nello sport, il tempo è fondamentale: mangiare prima dell’attività fisica è molto importante per fornire l’energia necessaria e migliorare le performance, ma mangiare subito dopo l’attività fisica è altrettanto essenziale, perché aiuta a ripristinare l’energia spesa e a ridurre la fatica». Gli incontri sono anche l’occasione per sfatare alcuni falsi miti. «Per esempio, non è vero che gli atleti hanno bisogno soprattutto di proteine, ma piuttosto di zuccheri e, in parte, di proteine. Per i giovani che praticano sport, i carboidrati sono l’alimento principale».

Per tutti, c’è l’invito a seguire la dieta mediterranea. «Non solo perché ci appartiene culturalmente, ma anche perché è ideale per una vita sana. La dieta mediterranea prevede infatti un alto consumo di vegetali, un buon consumo di pesce e carne bianca, un modesto consumo di carne rossa e grassi saturi. A questo si aggiunge l’olio di oliva, che è parte integrante di una sana alimentazione».

La dieta mediterranea può certamente aiutare a limitare i disturbi del comportamento alimentare. «Purtroppo, l’isolamento causato dalla pandemia da COVID-19 ha accentuato questi problemi. Noto tuttavia una maggiore consapevolezza, sia negli adolescenti, che hanno maggior facilità nel chiedere aiuto rispetto al passato, sia nelle famiglie, attente a cogliere segnali iniziali di disagio psicologico e nutrizionale nei propri figli».

Cinzia Finocchi: «Non demonizziamo i device elettronici, impariamo a usarli»

Per #piùgustoperlavita, Cinzia Finocchi, specialista in neurologia in Montallegro da anni, ha incontrato gli adolescenti per discutere di un argomento a loro molto caro: l’utilizzo dei dispositivi elettronici. «Non dobbiamo demonizzarli, poiché sono strumenti utili per l’apprendimento e la socializzazione. È tuttavia importante conoscere i rischi e prendere precauzioni nell’uso. Per esempio, sull’uso serale per evitare effetti negativi sul sonno, e in generale sull’esposizione prolungata alla luce blu. Ma anche sulle posture fisse che possono causare dolori muscolari o alla schiena».

Senza dimenticare i contenuti che a volte possono essere rischiosi. «Le classi si sono dimostrate interessate alle possibili ripercussioni psicologiche, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. Tuttavia, bisogna fare attenzione a dire che i social media fanno male all’equilibrio psicologico dei ragazzi, poiché è un’affermazione semplicistica e assolutamente inaccettabile». In realtà, i dispositivi offrono molte opportunità. «Con i ragazzi abbiamo affrontato le opportunità di aggiornamento e informazione, affrontando anche il tema dell’autorevolezza delle fonti. Ho riscontrato molto interesse, intelligenza e consapevolezza nell’uso».

Edoardo Giovanni Giannini: «Come evitare le malattie del fegato, fin da bambini»

Edoardo Giovanni Giannini, da anni professionista in Montallegro, è anche docente di Gastroenterologia, direttore della scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato digerente dell’Università di Genova e recentemente è stato nominato Adjunct Full Professor presso l’Università di Yale. A lui il compito di raccontare nelle scuole le dipendenze da alcol e cibo.

«Le dipendenze vengono spesso identificate solo come comportamenti caratterizzati dall’incapacità di fare a meno di sostanze tossiche, mentre nella realtà vi sono dipendenze molto più diffuse e proporzionalmente più dannose, vista la numerosità dei soggetti coinvolti, come i comportamenti alimentari scorretti. Il futuro della malattie del fegato vedrà come protagonisti, in senso negativo, gli stili di vita scorretti e le abitudini comportamentali e alimentari inadeguate. Rispetto ad altre malattie, alla base delle quali vi sono spesso alterazioni indipendenti dalla condotta personale del paziente, almeno nell’80% dei casi per le malattie del fegato vi sono fattori modificabili dal paziente stesso. In particolare, c’è l’opportunità di prevenire possibili risvolti negativi futuri per la propria salute solo con un’adeguata alimentazione – che comprende anche il ridotto consumo di bevande alcoliche – e l’attività fisica, condotte che non solo possono prevenire, o addirittura “curare”, determinate malattie del fegato come la steatosi e la steatoepatite, ma che comportano benefici per la salute in generale come la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari o di sviluppare diabete».

In questo scenario, sensibilizzare i più giovani diventa fondamentale. «Vi sono evidenze in letteratura che i possibili sviluppi di eventi negativi per il fegato nascano già nell’età dello sviluppo, e pertanto è fondamentale educare i giovani a seguire uno stile di vita che preveda la limitazione delle calorie alimentari, l’astensione dal consumo di bevande alcoliche e l’incremento dell’attività fisica: solo così, “da grandi”, sarà più difficile che abbiano necessità di una visita dall’epatologo!».

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