A 85 anni Gio Batta Persi ancora in sella per sfidare il tempo

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Il Tempo, che cos’è? Se lo chiedeva Sant’Agostino nelle Confessioni, rispondendosi d’istinto con un celebre aforisma che se non glielo chiedevano, lo sapeva benissimo cosa fosse; ma se avesse dovuto spiegarlo, allora non sarebbe riuscito ad aprire bocca. E cosa è il tempo per Gio Batta Persi? Per lui che è un Cavaliere sempre in sella, è un avversario da duellare dalla cima dell’arcione, o è il primo dei gregari, perché spronandolo a sfide sempre nuove e ardimentose lo spinge ad andare, in accordo con lo spirito Olimpico, Più veloce, più in alto, più forte? Forse l’uno e l’altro, come un compagno di squadra che scatta sempre e non si ferma mai, e così facendo a volte tira la volata, a volte fugge via e non si lascia prendere.

Gio Batta Persi corre con lui, un po’ lo affronta, un po’ lo affianca, un po’ come tutti, un po’ come solo lui sa fare, su più sentieri. Il tempo da battere è il Record Mondiale dell’Ora in Pista Over 85 anni, 34 KM e 602 metri, la corsa da vincere è aprirgli le porte del velodromo di Montichiari prima del 17 giugno, quando compirà la fatidica età e potrà provare a conquistare l’ennesimo primato di una carriera da ciclista cominciata a 50 anni, e che l’ha visto raggiungere risultati di grande rilievo. Un esempio statuario di quanto possa dare la passione per lo Sport e di quanto sia possibile alimentarla a tutte le età.

Attualmente titolare di 3 record italiani, record dell’ora, over 70, over 75 e over 80, ora sta per l’appunto preparando il Mondiale dell’Ora Over 85. Ora tesserato per l’US Pontedecimo 1907, è nato a Genova nel 1938 pochi giorni prima che celebrassero il santo patrono da cui prende il nome e ha stabilito il record tricolore pochi giorni prima che il Velodromo di Montichiari, in provincia di Brescia, venisse sottoposto a sequestro preventivo dal Prefetto di Brescia a causa delle infiltrazioni d’acqua registrate dalla copertura. Detentore a livello over 70 a coppie di due titoli Mondiali, due titoli Europei, assieme a Fagnoli, amico di Forlì, e di un Europeo singolo. Sempre a Cronometro.  Messo da parte solo dopo il Record Mondiale Over 75, quando si è inventato il progetto “Mitici Colli del Tour e del Giro d’Italia”, e dai 76 ai 79 anni ha scalato ben 35 dei colli più alti e difficili: il Mont Ventoux, il Gavia, lo Stelvio, il Tourmalet, l’Aubisque.

Dal 1993 Cavaliere per Meriti della Repubblica, nominato dal Presidente Scalfaro e ministro del Tesoro Ciampi, conta i minuti, gli scatti, le medie. Lui del tempo si fida. Sono numeri, ma celati dietro e dentro di essi ci sono il cuore, l’emozione, le misure esatte della sua passione. La sua storia. La racconta al telefono pedalando sui rulli. E mentre i raggi delle ruote scorrevano ciclicamente come lancette, il Tempo, anche se sfrecciava di domanda in risposta da prima che cominciasse a pedalare, 35 anni fa, al prossimo giugno, sembrava non fuggire mai. Da gregario che tira sempre, da avversario che non ti aspetta mai.

Ha cominciato a praticare il Ciclismo a 50 anni. Com’è scoccata la scintilla per quest’ardente passione?

“Ho cominciato nel 1988. Per 13 anni sono stato allenatore di mezzo fondo di atletica leggera di mia figlia e di mio nipote, poi lei ha dovuto smettere per una pubalgia e così ho deciso di smettere anch’io. Mi son ritrovato con del tempo libero, perché ho sempre fatto sport, e mi è venuta voglia della bicicletta, avevo 50 anni! Con questo sono 35 di ciclismo!  Innamorato della bici lo sono sempre stato, ma non avevo mai praticato, avevo giocato a calcio e fatto atletica leggera, sino a 30 anni, mezzo fondo, risultati provinciali… Ho cominciato lì, ho pedalato lì, un annetto, poi sono entrato nel circuito dei bancari. Ho fatto un bel percorso: dopo 3-4 anni ho vinto il titolo della Nord Italia, composto da 6 gare: cronometro, crono scalata, 4 gare su strada, Liguria. E poi nel 2004 ho vinto, con grande soddisfazione, il Titolo Italiano a Cronometro, 66 anni, ho fatto questo gran bel risultato.

Con gli Amatori, qualcosina ho fatto, ho vinto una garetta o due, ma erano pericolose: ci mettevano in categorie dai 19 anni ai 65, e a allora ho deciso di dedicarmi esclusivamente alle cronometro su strada”

Così dalla grande fiamma per il Ciclismo in generale, ha cominciato a brillare e mettersi in mostra una dedizione particolare per le sfide contro il tempo…

“Dal momento che ho deciso di fare sole le cronometro, ho visto che l’over 70 anni non aveva di record, registrati dall’UCI, gli unici che lo possano registrare, altrimenti sono solo prove tra amici! «Lo voglio iscrivere io!» mi son detto. Ho chiesto alla Federazione e da lì poi l’ho fatto, a 71 anni, il mio primo record over 70, 38 e 340, un’ora a quella velocità! Da lì ho cominciato, e mi son detto, faccio se posso prima l’over 75, poi l’over 80. E il Padre Eterno mi ha sempre assistito, e ce l’ho fatta, tutti e due! L’Over 75 è stato addirittura record mondiale, ed è rimasto tale per circa 10 mesi”

E poi l’ottanta, una sfida nella sfida!

“L’ho fatto il Record, ma se penso alla giornata…

C’erano 38 gradi, tutti i secchi sparsi, anche sulla pista, perché ci pioveva dentro.

Di fatti dopo 5-6 giorni che l’ho fatto, il Velodromo è stato sequestrato.  E lo è ancora adesso, dopo 5 anni!

Son 5 anni in cui non posso dare una pedalata nella Pista in cui vorrei tentare il record Mondiale dell’Ora over 85.

A 72 ho fatto il record non ufficiale dei 10 mila, ma io so di averlo fatto perché l’ho pedalato! A 73 non soddisfatto l’ho rifatto, andavo a quasi 40 Km all’ora! A 74 ho fatto l’ultimo Titolo Mondiale a cronometro su strada, che ho vinto in coppia assieme a Fagnoli di Forlì, organizzato dalla Uisp e perciò non riconosciuto dall’UCI, e Il 29 ottobre ho fatto la 100 KM.

Oltre e dietro i Record: l’allenamento e la passione

Come si allena ogni giorno?

“Circa due ore al giorno, quando si avvicinano le date importanti mi rimetto su un’ora e mezza perché si avvicinano le prove pesanti. Ad esempio stamattina finché parlo con lei faccio sta pedalata, poi la bici l’appoggio sul rullo e ho deciso di fare un 5-6 tirate di 5 Km l’una, praticamente al massimo. Con l’intervallo a 5 Km inserito a pedalare come se fossi in pianura, per riportare i battiti a una certa entità. 5000 pedalate minimo minimo. I battiti affinché siano riconosciuti su un buon livello, devono essere almeno 220 meno l’età. Quindi, io 220-85 dovrei girare almeno a 135 battiti. Io quando ho completato un allenamento di prova per il record dell’ora sui 40 minuti, e l’ho finita con la ferma volontà di essere in grado di continuare, perché volevo finirla con la consapevolezza di dover fare ancora 20 minuti, io in quella parte sono arrivato a 151 battiti, 16 sopra il livello minimo per essere considerato “buono”. E questo non perché ho un fisico eccezionale, perché ho assolutamente tutte le magagne come le hanno tutti, è l’allenamento. Io 146-147 battiti posso tenerlo anche per un’ora e più, e questo vuol dire che il cuore risponde”

Che metodo segue?

“Mi son sempre allenato da solo, mi son fatto le tabelle, sfruttando l’esperienza che mi son fatto allenando i miei due…figlia e nipote. Atletica Leggera, mezzo fondo, il rapporto come tipo di Sport è molto vicino. Avevo fatto la 100 KM, avevo preparato la tabella, di 2 ore, 46 minuti e 40 secondi, 74 anni, ho realizzato un tempo di 2 ore, 46 minuti e 54 secondi sgarrato di 14 secondi, non è dipeso soltanto dall’età, ma dalla giornata. Pensi che preparazione che avevo: su una gara di 3 ore ho sgarrato di 14 secondi! Sono andato più forte lì sui 100 KM che nell’ultimo record Over 80.

Tagliando per i primi 20.000 km nel 2020 di Gio Batta Persi

A maggio del ’22 l’avevo detto a voi di Stelle nello Sport, al mattino, alle 10.49 del mattino mi pare di ricordare, ho raggiunto i miei 600 mila KM, contandoli tutti, come quelli che io sto pedalando adesso, perché nessuno può negare che io sto pedalando… -e nessuno può negare che io stia pedalando, e i chilometri sono quello che sono!

C’è un…” trucco onesto”, “un segreto rivelabile”, insomma una strategia speciale dietro questi record basati sulla passione e il duro lavoro?

“A parte l’entusiasmo che mi ha sempre sorretto in tutto quello che faccio, che sia la velocità pura o la resistenza, faccio sempre modo e maniera di essere in condizione di aumentare man mano che mi avvicino allo scopo. Io faccio così, c’è l’apparecchio tecno-gym, che mi dà la possibilità di sapere in che condizioni sono in quel momento, e faccio un test. Quando ho tradotto la velocità in media dell’ora, tolgo il 5%, e quello, nella mia esperienza ormai trentennale, mi dà sempre la possibilità di dire, tu vali tot, poi magari in gara rendo meglio ma cerco di valutarmi sempre il 5% in meno rispetto alla mia media di allenamento. E così, se pure togliendo il 5% il Record, se nel frattempo non cambia, resta battibile, se la mia condizione in quella giornata è buona, dovrei riuscire nell’obiettivo. Non è un Giro d’Italia, che poi magari uno parte un po’ stentato e poi magari trova la forma e tutto…lei magari prepara 5 anni e poi si risolve tutto in un’ora e in un giorno. Ecco perché dico, se c’è tanto margine, si ha una maggiore sicurezza di farcela.  Questo è molto importante: pensi a Merckx…

Il Cannibale…

“Lui, che per me è stato il più famoso di tutti, quando ha finito il Record dell’Ora gli hanno chiesto se poteva migliorare, e aveva fatto il giro di Francia da un mese e mezzo o qualcosa de genere, e lui ha detto «Mai più!». La famosa frase di Merckx sul Record dell’Ora, «Mai più!», io l’ho già fatto 3 volte!”

Facendoci tirare la volata per la domanda dal grande Eddy, c’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per lei motivo di ispirazione?

“Anche se era un Bartaliano, accanito, devo proprio riconoscere Coppi. Ha fatto delle cose, ogni tanto leggo ancora delle cose, ero un ragazzo, allora le vivevo queste battaglie con Bartali…chissà perché ero Bartaliano! Non lo so perché!  Nell’era un pochettino più moderna Merckx, penso sia ancora adesso l’uomo con maggior vittorie nel Ciclismo, non tanto per il numero ma perché ha vinto tutto. E il suo record dell’Ora è durato tantissimo. In Italia poi Moser, e per il modo di correre e per quello che ha ottenuto, Fondriest;, soprattutto per il modo di correre; ho tutte le biciclette, lui ogni gara cercava sempre il massimo, e si comportava in un modo come se fosse uno che deve vincere. E questo a me piaceva da matti.

E comunque a 23 anni aveva vinto il titolo mondiale su strada, che me lo ricordo come se lo avessi ancora danti agli occhi. E tra i calciatori sono tifoso Sampdoriano, però dico la verità quando gioca Genoa-Sampdoria tifo per il Doria, però quando il Genoa va fuori, tribolo se non vince! Pensi un po’ come sono! Ritengo che non sono bravo, sono sportivo. Miei figli, miei nipoti, che invece, ueh crepasse! E io invece gli dico: «Non si è così sportivi, cari ragazzi!» Che poi…il figlio più giovane ha 56 anni, e la prima 62, la mia Danielina, che grande maratoneta che è stata!”

Come ha fatto a mantenersi così longevo, cosa la spinge a continuare a fare Sport?

“Delle volte mi dimentico della mia età, quando mi dimentico degli anni mi sembra sempre di averne più voglia, è una passione così. Cambio un pezzo alla bici al mattino e non vedo l’ora di essere lì per vedere questo pezzetto come risulta…proprio come i bambini! D’altronde è una passione così!  Più vado avanti e più ce ne ho voglia, pensi che è vicino agli 80 anni ho portato l’allenamento da un’ora e mezzo a due ore, per cercare di guadagnare di più”

Che consiglio darebbe a un bambino o a un ragazzo che si avvicina al Ciclismo per la prima volta?

“Dunque, andare da qualche società, che purtroppo non so se ce ne sono, perché magari nelle grandi città c’è un centro del ciclismo, ma per chi vive in paese o periferia è difficile. Andare in una società che lo immetta, ma non nelle gare e che non gli metta pressione, che faccia ciclismo e si diverta. Quando ha 15-16-17 anni può cominciare non a dover vincere per forza, ma a sperare, con qualche insegnante come si deve, programmare, qualcosa di gradualmente più difficoltoso. Cominciare così. Senza lasciarsi prendere dalla mania. E specialmente i genitori! Nel ciclismo c’è meno, è un po’ diverso.

Cosa consiglierebbe a chi si avvicina a una disciplina sportiva per la prima volta in età avanzata?

“Io ho cominciato con la bici a 50 anni, e quindi di quello posso consigliare: mettersi con  la bici, su un rullo oppure la cyclette, di quelle coi freni magari per aumentare un po’ la resistenza, e poi una biciletta per  andare a giro -ce ne ho 3 da vendere se vuole!- senza motivi di agonismo, per almeno un annetto, così…poi quando piove c’è la cyclette…non dico tutti i giorni, ma per arrivare a un punto non da gareggiare ma per avere più soddisfazione dal fare,  ad esempio: «Oggi ho fatto 70 Km, sono andato fino a Varazze  e son tornato indietro, in buone condizioni!» Ecco, deve portarsi così. Arrivare a quel livello dei battiti, senza esagerare: per dire, se i primi mesi uno ha 50 anni, quindi 220-50= 170 battiti, 50 anni e uno che ne a 70 e magari ha cominciato più tardi, non deve andare oltre i 150 battiti. Cominciare magari per una settimana con 15 minuti di pedalata leggera, poi se si vuole continuare, invece che 15 minuti, 20. Poi per un mese 20 minuti, e cominciare ad accelerare un pochettino nell’ultimo minuto e poi magari farea ancora un minuto, il 21° bum, rilassato giù, con le gambe, che vanno da sole, e poi scendere rilassate. A 70 anni, per almeno 6 mesi circa, vuol dire che hai sempre lavorato ma non hai mai chiesto niente di eccezionale al tuo fisico. Hai lavorato per prepararti. Finiti questi 5-6-7 mesi, che puoi fare tranquillamente anche con la Cyclette, in cui nel frattempo sarai arrivato anche a 45-50 minuti, se non ce l’hai ti compri una bicicletta e puoi cominciare a fare i giretti con gli amici, che fanno sempre piacere”

Come vede la situazione della Liguria Ciclistica?

Purtroppo devo dire che soprattutto per i giovani che non c’è una gran spinta, perché se lei toglie il Giro dell’Appennino, che lo fa il Pontedecimo 1907 per cui sono tesserato, e il Laigueglia, poi tutte ad esempio le gare che ho vinto con Fagnoli le ho fatte ad Occhiobello, in provincia di Modena. E per le altre io che ho sempre fatto cronometro ho sempre dovuto fare centinaia di chilometri ad andare e tornare. D’altro canto ci sono i due rappresentanti del ciclismo della Liguria, Benedetto e Tuvo, presidente di provincia e regione, che sono sempre presenti e non c’è nulla da eccepire.

Per il Record Mondiale Over 85, una Cronometro sul 17 giugno tutta in salita

Ora c’è un grande obiettivo per il 2023, e un grande ostacolo…

“Sto preparando il Mondiale dell’Ora over 85, avevo preparato per il 17 giugno, in un anno dispari e di sabato, che son stati gli anni che ho fatto le migliori cose, e con tutto questo il 17 giugno è anche il mio compleanno, per caso si è incrociato tutto, ma non sono ancora riuscito ad andarci perché il Velodoromo di Montichiari è ancora sotto sequestro e ci può andare solo la Nazionale.

Tuttavia, se è vero che ci possono andare solo i Nazionali per motivi di sicurezza, e quindi ci lasci entrare solo atleti di considerazione massima, capisco. Però comunque per una squadra della Nazionale ci saranno 20-30 persone come niente.  Ed esiste il professionismo e il settore amatoriale, con presidente, vicepresidente e tutto quello che si vuole. Quando uno, non una squadra o una serie di squadre, Io da solo, con un accompagnatore, mi dicono di venire a mezzanotte, Io vengo a mezzanotte. Io lì ho fatto degli allenamenti alle 7 e mezzo del mattino, di un’ora, che voleva dire partire col mio amico alle 4 da casa. Eppure mi hanno detto: “Non insista che non c’è nulla da fare. La magistratura mi ha detto che lascia il permesso ai soli Nazionali”

La salita più difficile da scalare a volte è ai tornanti della burocrazia

“Lei mi chiedeva giustamente di Liguria e di Genova, dove non c’è una grande apertura ma nel piccolo si fa quello che si può. Ma se vediamo in campo nazionale…ho chiamato così tante persone per sbloccare la situazione…son dovuto arrivare io per parlare col presidente della Lombardia, ho provato con Roma, che mi hanno dato attenzione, ormai posso dire che mi conoscono! Però da Milano, dove si trova la sede della federazione italiana…ho provato a contattare il Presidente Nazionale, e non c’è stato verso… è ovvio che non tutti quelli che vanno in bicicletta debbano poter chiamare il Presidente della Federazione, ma io rappresento il caso di una persona con 3 record italiani, uno dei quali è stato Mondiale…è possibile che non si possa avere un appuntamento, anche solo telefonico?”

Andrebbero maggiormente riconosciuti i meriti dello Sport non Professionistico

“Già nel 2013 mi avevano dato un altro schiaffo: avevo fatto il record Mondiale a fine ottobre, a febbraio-marzo dell’anno successivo il Presidente della Repubblica Napoletano con quello del Coni fanno la premiazione degli atleti che hanno onorato l’Italia nell’anno precedente. Ero allora l’unico ciclista in possesso di un record Mondiale. Su quel palco c’erano numerosi atleti, Olimpici e Parolimpici, che appoggio totalmente. Ma c’erano anche due tenniste, che avevano ottenuto un grande successo, con il loro personale introito per premio. Loro hanno onorato l’Italia e nessuno può negarlo. Io sono il primo tifoso di queste due persone. Loro però erano lì, hanno onorato l’Italia e avranno guadagnato molto. Io non ero lì, con un titolo mondiale dell’Ora, e ho pagato 2500€ per la pratica di questo record, e questo sono cose che veramente lasciano da pensare. E non credo proprio che Napolitano o i vertici del Coni avessero qualcosa contro di me, ma nessuno gliel’avrà segnalato. E anche per questo volevo contattare il presidente della mia Federazione, che è nuovo da un anno e mezzo, per dirgli che per valorizzare il ciclismo bisogna che queste cose non succedano. E la colpa non era nemmeno del presidente precedente, occorre un maggior cooperazione e incisività tra le segreterie regionali che poi si rifletta sullo scenario nazionale”

In questa sfida Giobatta Persi non è però “Un uomo solo al comando”, c’è un’intera squadra ad affiancarlo e a supportarlo

“Voglio fare le cose un po’ in grande stile per il Record dell’Ora Over 85 perché ho paura che sia l’ultimo tentativo che faccio e perciò mi son preparato un’equipe per far riuscire al meglio il progetto. È formata dal Direttore, il signor Barbieri, dell’Unione Sportiva Pontedecimo; dal Direttore Sanitario Professor Novelli, Cardiologo; dall’accompagnatore ufficiale nei miei allenamenti e anche nel giorno della gara, Pietro Grasso, carissimo amico e ancora amatore ciclista attivo Ezio e Tomas (padre e figlio) del team Fondriest per la parte tecnico/meccanica. Sono tutti volontari che mi hanno voluto appoggiare in questa mia prossima, speriamo, impresa. Da poco inoltre un signore ha dato alla causa un importante contributo economico, personale, il dott. Andrea Ruggero, agente Mediolanum Banca di Piazza De Ferrari”

E se il 17 giugno ancora non si potesse correre al Montichiari?

“Pazienza: mi alleno come se dovessi farlo in quella data, allora se arrivo a fine maggio che vedo che è assolutamente impossibile allora semmai sposto la data, a settembre.”

Federico Burlando

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