
E nel raccontare l’Apnea e sé stessa, non può non parlare del suo sogno più grande: raggiungere i 100m in apnea con monopinna, un’ambizione “quasi mitologica di un’umanità acquatica”, una chimera che sembra la più preziosa delle perle da cacciare tra la superfice e i fondali. Ma se i sogni son desideri, e gli obiettivi non sono altro che desideri con una scadenza, questo sogno ha una data: estate 2023.
Prima di andarselo a prendere e auspicabilmente, se riuscirà nell’impresa, lasciare senza fiato chi l’avrà seguita, mentre lei ne avrà ancora a sufficienza per sorridere senza sorzo, è bene fare un po’ di allenamento, e restare senza parole leggendo le sue, per le imprese già condotte a termine. In lungo e in largo e soprattutto nel profondo.
Da dove nasce la passione per l’Apnea?
“Passai tutta la mia infanzia in acqua, nata e cresciuta a Genova, tra agonistica di nuoto ed estati sul pelo dell’acqua. Un viaggio a 10 anni nel Mar Rosso mi fece innamorare del mare, ma nessuno mi insegnò mai il concetto di compensazione, pertanto le mie esplorazioni rimasero sempre limitate ai 2-3 metri. Passai l’adolescenza ad esplorare l’Italia sopra l’acqua tra le regate in barca a vela.
Poi l’Università di architettura, e passai in Svizzera, e poi al sogno delle grandi città tra Parigi, Tokyo e Londra. L’energia della città prese sopravvento e mi dimenticai del mare. Mi trasferii a Londra per lavorare come architetto, e tre anni dopo iniziai la mia società di consulenze.
Cinque anni dopo, ebbi una operazione importante e iniziai a viaggiare nelle mie vacanze per ritrovare il contatto con la natura. Piantai cacao e vaniglia, ananas, banane e cocco in una fattoria nel mezzo della giungla del Belize e andai a visitare sciamani in Guatemala. A Gennaio 2018 partii per le Filippine in un viaggio da sola. Dovevo andare al nord, a camminare nei campi di riso, ma un uragano ha dirottato il mio viaggio verso le isole a sud. Incontrai una persona che mi consigliò di andare a Camiguin, un’isola remota del sud con 9 vulcani, e di andare in un posto che si chiamava Kurma. Arrivai, e con mio stupore, si trattava di un centro di apnea.
E fu lì che cominciasti a praticarla?
Mi chiesero se volessi fare un corso di apnea e dissi di no, che era uno sport da pazzi, che anni fa persi un amico al mare in apnea, e poi a scendere mi facevano sempre male le orecchie. L’istruttore mi disse che avrei dovuto compensare le orecchie prima che mi facessero male e mi mostrò come fare.
Feci il mio primo tuffo, e quando tornai su, il mio mondo era cambiato.
L’emozione provata in quella breve discesa è la stessa emozione che mi muove adesso quando esco da un tuffo a 90 m ed è stato il motore di tutte le azioni che presi a seguito.
Un mese dopo, tornata in Inghilterra, feci il mio primo corso di apnea dei laghi inglesi a 7 gradi, e da lì trovai un club dove potessi allenarmi in piscina e d’estate nei laghi”
Sei arrivata a detenere due Record Mondiali e 5 Italiani, e a entrare nel giro della Nazionale…ci racconti la tua strada tra le acque?
“A Novembre 2019 partii come volontaria in un progetto scientifico con gli squali balena nel Madagascar, il Madagascar Whale Shark Project. Il mese passò in fretta e da lì decisi che avrei voluto dedicare più tempo nel mare.
Scoppiò il Covid e solo nel Dicembre 2020 partii per due settimane per Dahab, in Egitto, un’oasi nel polveroso deserto del Sinai, conosciuto anche come la mecca dell’apnea, grazie al suo famoso Blue Hole. Migliaia di anni fa il terreno sprofondò a pochi metri dalla riva, creando un buco nel mare con -92m di profondità, con le condizioni perfette per gli allenamenti sul cavo: temperatura costante senza termoclino, assenza di corrente, tanta profondità e una meravigliosa barriera corallina.
Dopo due settimane di soggiorno, decisi di rimanere a Dahab e persi il mio volo di ritorno, iniziai ad allenarmi, trovai il mio coach Gus Kreivenas. Ad Aprile arrivarono le prime gare, così presa dalla curiosità persi anche i voli successivi.
Poi arrivarono i primi record nazionali a Sharm el Sheikh.
Poi è arrivata la chiamata Azzurra…
Quest’anno è stato l’anno in cui i miei sogni sono diventati realtà, iniziando a vivere tutte le emozioni legate all’essere un’Atleta della Nazionale Italiana di Apnea Outdoor.

Ho conseguito due record del mondo al Lago di Garda, nelle acque a 7 gradi, vincendo due volte il titolo di Campionessa Italiana, e ho fatto in gara il mio tuffo più profondo a -91m vincendo la Kas Baska World Cup prima dei Mondiali di Apnea Outdoor in Turchia.
L’anno prossimo il mio sogno è quello di raggiungere i 100m”
Qual è stata l’emozione più grande della tua carriera?
“Sicuramente la chiamata dalla Federazione per la convocazione in Nazionale.
Non solo è stata la coronazione del sogno personale di due anni interi di lavoro, ma anche il riconoscimento sociale che ha validato i tanti sforzi, il tempo e il denaro investiti personalmente nel perseguire una passione così grande, in uno sport che, seppure bellissimo, è ancora molto poco conosciuto.
Poi il weekend a Settembre 2022 in cui ho battuto due Record del Mondo ai Campionati Italiani al Lago di Garda, conseguendo così due titoli Italiani è stato davvero indimenticabile!”
Hai un grande sogno per il 2023, raggiungere i 100m in apnea con monopinna. Ci parli di questo progetto e perché rappresenta un traguardo molto ambizioso?
“Ci sono state più persone nello Spazio che non persone a -100m sotto il mare con un solo respiro.
I -100 m in apnea rappresentano un sogno quasi mitologico di un’umanità acquatica, e furono raggiunti per la prima volta dal leggendario Jaques Mayol nel 23 Novembre 1976 nella disciplina No Limits, che consiste nel scendere con una slitta alla profondità da determinare, risalendo su con dei palloncini d’aria. La figura di Jacques Mayol che raggiunge i -100m in apnea ha ispirato Luc Besson nel film ‘Il grande Blu’.
Mi piacerebbe conseguire questa quota fantastica dei -100m in monopinna quest’estate alla gara Vertical Blue, nel Deans Blue Hole alle Bahamas, considerata come il Wimbledon dell’Apnea”
In profondità con Simona Auteri
Quali sono per te i valori dello sport, in generale, e quelli in particolare dell’Apnea?
“Sebbene ci confrontiamo con noi stessi e siamo soli quando scendiamo in profondità, l’apnea è uno sport molto conviviale e tra apneisti ci sono regole innate di rispetto reciproco, solidarietà e supporto.
Le gare sono così emozionanti perché sono momenti di ritrovo tra tutti gli atleti internazionali che sono amici ancora prima di essere avversari.

Nello specifico l’apnea promuove l’amore e il rispetto per il mare, per la sua flora e fauna, e allo stesso tempo rispetto di sé stessi, e introspezione. È uno sport magnifico che affina l’intuito e il saper ascoltare sé stessi”
Ci racconti un segreto…rivelabile? Una pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare una campionessa?
“Dico sempre che il segreto per diventare apneista… è fare l’apneista! Sicuramente la passione è la motivazione principale per rincorrere i propri sogni giorno dopo giorno.
E poi sicuramente un’altra frase: ‘Non sarai mai più giovane di quanto non lo sei oggi’ mi dà la motivazione per dare sempre il meglio di me stessa”
C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?
“Sicuramente i Francesi Guillaume Nery e Julie Gautier con i loro video artistici hanno ispirato una generazione intera di nuovi apneisti, da vedere assolutamente sono ‘One Breath Around The World’, ‘Ama’, ‘Freefall’ e ‘Narcosis’”
Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?
“Sicuramente il mare e il suo strettissimo rapporto con la montagna! Il mar Ligure ha sempre avuto un sacco di fascino, ed è stato un motivo di costante esplorazione, a nuoto, in barca a vela, in canoa e adesso in apnea!”
Le Regole, le tecniche e le emozioni dell’Apnea Sportiva
Sei scesa alle massime profondità per arrivare ai vertici dell’Apnea, una disciplina che richiede abilità e concentrazione e forza, ma di cui probabilmente in troppi, anche in Liguria, non conoscono i dettagli più affascinanti. Hai voglia di raccontarceli? Come funziona una gara di apnea profonda?
“L’apnea profonda come pratica competitiva si svolge principalmente in 4 discipline ad assetto costante, dove si scende e si risale lungo a un cavo senza cambiare la quantità di peso che ci si porta addosso.
Le 4 discipline sono: CWT (a peso costante con monopinna), CWTb (a peso costante con bipinne), FIM (immersione libera a peso costante, ossia tirarsi giù per il cavo con il solo aiuto delle braccia), e CNF (peso costante senza attrezzi, ovvero a rana).
In gara in apnea profonda, vince chi arriva più giù in una definita disciplina, senza limiti di tempo.
Cosa succede al nostro corpo pian piano che scende in profondità?
Oltre i -20m la pressione dell’acqua è 3 volte quanto in superficie, e il volume dei nostri polmoni è ⅓ rispetto alla superficie. Il nostro corpo pertanto non è più’ soggetto alla forza di Archimede che ci tiene a galla nei primi metri. Possiamo così smettere di pinneggiare ed entrare in caduta libera, e prendere il volo, cadere senza più sforzi verso quegli abissi sempre più blu, ringraziando il Mare che ci accoglie.

In discesa non c’è margine per errore, bisogna essere concentrati sul presente e sugli impercettibili ma fondamentali gesti del corpo: scansionare il corpo cercando ogni elemento di tensione, rilassarlo, e poi ritornare all’aria che si tiene racchiusa in bocca, a glottide chiusa, e concentrarsi al fine di spostarla nelle orecchie per equalizzare i timpani che altrimenti esploderebbero.
E una volta arrivati ai fatidici -100m?
A -100m ci sono 11 bar di pressione, o 110 kg che pesano su ogni cm quadrato del corpo.
Si sorride, perché si è arrivati giù, ma non ci si può distrarre perché rimane ancora da risalire, l’equivalente lineare di un grattacielo a 30 piani e tutto d’un fiato.
È la parte più difficile e piena di contrazioni addominali che scuotono il petto, e acido lattico che brucia nelle gambe. Si continua a sorridere, perché se si rilassa il viso, tutti gli altri muscoli si rilassano di conseguenza, e così si preserva più ossigeno
E una volta tornati su?
Finalmente arriva la superficie, ci si toglie il tappanaso e si riemerge, la concentrazione è ancora alta perché bisogna ricordarsi di respirare, prendere aria nuova.
Il primo respiro è come rinascere e bisogna ancora completare il protocollo che validerà la gara. Si dà il segnale di OK verso i giudici, e il tuffo viene validato”
Quanto ti alleni ogni giorno? Come mantieni il tuo corpo in forma?
“Per raggiungere i -100m in apnea ho iniziato per la prima volta quest’anno ad avere una preparazione atletica completa, allenandomi così ogni giorno in diverse attività: piscina e palestra, cardio e profondità. Mi alleno tutti i giorni tra le 2 e le 4 ore al giorno nel periodo invernale. Per quanto riguarda il cardio, cerco di variare il più possibile, dalla danza al SUP, al nuoto libero, bicicletta e passeggiate in altura.
Nell’approcciarsi del periodo di gare invece, inizio una fase di tapering nella quale riduco lo sforzo anaerobico in favore degli allenamenti in profondità (-70, -80m).
Gli esercizi per favorire l’elasticità muscolare, e incrementare la capacità respiratoria, la resistenza all’ipossia ed elevati livelli di C02 sono naturalmente altrettanto essenziali nella preparazione, così come un livello altissimo di allenamento alla concentrazione, che esercito tramite pratica di visualizzazione e meditazione.
Do grande importanza al cibo, principalmente verdure antiossidanti, proteine e carboidrati, cibi semplici che cucino a casa.
In apnea come in ogni altro sport è fondamentale dare importanza al riposo e al recupero – per la prima volta nella vita ho sentito la frase ‘Il riposo è anch’esso allenamento’”
Una passione al di là dell’Apnea?
“Sono architetto di professione e di lavoro mi occupo di promuovere l’artigianato Italiano all’estero. Viaggiare in Italia e trovare artigiani incredibili di ceramica, legno, marmo, vetro e tessuti tipici delle varie regioni é una vera e propria passione”
Del tuo grande sogno per il 2023 hai già parlato…Ci sono ulteriori obiettivi all’orizzonte? E invece come è possibile seguire ed eventualmente supportare il progetto dei 100m con monopinna?
“Sicuramente i Mondiali CMAS ad Agosto che quest’anno saranno nei Caraibi sono l’appuntamento più atteso dell’anno!
Questa primavera diventerò Istruttrice Federale Fipsas e mi piacerebbe poter organizzare un corso di iniziazione all’apnea tutto femminile in Liguria.
Nell’autunno vorrei portare un gruppo a far conoscere le meraviglie subacquee del Madagascar, dove sarà possibile contribuire a un progetto di ricerca scientifica nuotando con squali balena, delfini, mante e tartarughe.
Per quanto riguarda il mio progetto -100m, sono attivamente alla ricerca di sponsor finanziari. La gara del Vertical Blue sarà seguita da un drone subaqueo che consentirà di vedere l’evento in live streaming!”
Federico Burlando
Per ulteriori informazioni:
https://www.freedivingzone.com/-100m-project