La Coppa Italia nella rete di Sofia Rebora

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Lo abbiamo scritto con bonarietà ma andando a indicare la sua cattiveria agonistica, un termine che non è nient’altro che una maschera guerriera per la grinta, la determinazione, la costanza. Sofia Rebora esattamente come l’adunca regina dei cieli spicca, e spicca tra le vette: quella della Pallavolo, in cui è approdata agli onori nazionali, e dove compagne e avversarie sono tutte delle altezze, magari non regali per nascita, ma sicuramente nobili come lo sono tutte le atlete.

Campomorone, VGP, Montichiari, Mondovì, i 7 Colli: il percorso tra le vette del Volley di Sofia Rebora

Primissima squadra l’Agv Campomorone, là dove il genovesato comincia a perdersi tra le verdi valli della sua Liguria, poi il Volley Genova Vgp, più vicino al mare ma anche agli Erzelli dove il vento fischia più che in certe località sciistiche, e l’innalzamento a Mondovì, dove è cominciata la sua lunga caccia: la Coppa Italia.

Lassù dove osano le Aquile l’ha sfiorata per tre anni consecutivi, per la categoria A2: dal 2017-18  al 2020. Sin lassù a un passo dal successo si era portata anche la Liguria del Volley, per tre  volte si è fiondata per catturare un bottino degno del suo talento ma è sfuggito.

Esattamente come posta lei su Facebook:

Ora finalmente è arrivato tutto ciò che merita, e anche qualcosina di meno: scesa dai monti del Nord ai colli dell’Urbe, aveva accompagnato le giallorosse del Roma Club dalla A2 alla massima divisione, la dimensione che più le compete nonostante non siano riuscite a mantenere la categoria. La consolazione che non è tale ma soddisfazione, tripudio, estasi è la Coppa Italia che finalmente è arrivata: 3-0 in finale del Roma Club, come nelle Guerre Puniche, agli avversari, in realtà non proprio Cartaginesi, le ragazze del Millenium Brescia. E Sofia bandiera della società a sollevare il trofeo con grinta: la costanza alle spalle a spingerla verso questo successo, la determinazione comunque davanti a lei perché mai le mancherà. E con la grinta, la Liguria. Perché si può essere bandiera e simbolo di tante cose assieme, della propria società ma anche della propria terra sebbene la sia abbia lasciata da un po’ di tempo in cerca di nuovi cieli da esplorare. E la Liguria può esser fiera di questa figlia poco prodiga, in senso biblico, e molto prodigiosa, in tutti i sensi.

Ora questa lunga caccia è finita: ma non per questo lei ha smesso di volare e svettare. In fondo ogni traguardo è lo spunto per un nuovo inizio. L’auspicio è che questo trofeo non sia altro che un incipit per una serie molto più lunga.

Federico Burlando

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