Joy Marino e un Mondiale in punta di Spada

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La passione procede per possenti ondate, come un vento che agita i flutti può sospingere come travolgere e niente le può resistere; l’amore è calmo come il mare nei tanti giorni soleggiati che benedicono la Liguria. E un bravo lupo di mare che ne conosca lidi e climi, sa fiutare il momento giusto per gettarsi all’avventura. Quella tra Joy Marino, all’anagrafe registrato Giuseppe Amedeo 70 anni fa, e la Scherma è chiaramente una lunga storia spinta dagli alisei dell’amore, attraversata da numerosi refoli di passione, tutti sapientemente colti per approdare a delle specie di Nozze d’Oro tra l’atleta e la disciplina. Sancite nel senso più letterale e nel metallo più splendente ai Campionati del Mondo Master 2022 di Zara: titolo nella Spada a Squadre.

Il suo è un magnifico caso di longevità, un ottimo esempio non solo della trasversalità dei valori dello Sport ma anche e soprattutto di quanto possano fare le categorie Master per spronare gli appassionati delle varie discipline attraverso la scintilla dell’agonismo a mantenersi in forma e a ricevere ulteriori gratificazioni dal loro esercizio, al di là del benessere fisico e mentale. Del resto Joy conta anche come metro di paragone per la Mens Sana in corpore sano: Professore Associato in Sistemi Operativi all’Università della nativa Genova, pure sua Alma Mater, è un vero e proprio pioniere del Web in ItaliaRiccardo Luna di Repubblica riporta che “se ci fosse una nazionale degli italiani che hanno “fatto la rete” in Italia, Joy Marino sarebbe uno degli undici”.

Fu, in sintesi, un lavorone: nel senso che fece molto bene, ma pure fu certo impegnativo. E così la Scherma ha dovuto essere letteralmente messa da parte per un certo tempo: “Ho cominciato da ragazzino e fu una scelta quasi casuale. Finita l’università e iniziato a lavorare avevo smesso, conservando la sacca con le spade in cantina. Dopo più di vent’anni, grazie agli inviti di un vecchio amico, Leonardo Patti, che era già nell’Associazione Italiana Master di Scherma (AMIS), ho rispolverato la sacca e ho provato a risalire in pedana: spade e divisa erano ormai obsoleti e da buttare, ma gli automatismi dei movimenti si sono subito risvegliati -anche se non mi ricordavo nessun temine della nomenclatura schermistica! Da allora sono passati 18 anni e non mi sono più fermato”

Tesserato per la Cesare Pompilio Genovacome ha spiegato, gli è bastato impugnare nuovamente le lame per farsi avvolgere dal desiderio di avanzare sulle pedana senza più tornare indietro: “Il fatto è, come cerco di spiegare ai ragazzini che iniziano ora, che la scherma ti prende dentro in modo totale: è un po’ sport, un po’ arte di combattimento, è intelligenza tattica e confronto con un’altra intelligenza che ti sta di fronte. Se riesci a capirlo, poi non puoi più lasciarla”

Un altro felice enunciato per nulla retorico sullo Sport di cui può essere evidentissima dimostrazione: non è mai troppo tardi per cominciare. O ricominciare. I traguardi possono essere lontani, oltre gli orizzonti in vista, ma a volte bisogna affrontare qualche tempesta per ritrovarsi sulla rotta giusta, col vento alle spalle: l’importante è non perdere mai il gusto di gettarsi tra i flutti della vita:

”Diciamo che, a parte gli automatismi di cui sopra e un discreto stato di salute, non ero un gran ché come schermitore quando ho ripreso. Ci messo 6 o 7 anni per conquistare la mia prima partecipazione ai Mondiali dei Veterani, purtroppo in un periodo molto triste della mia vita, e l’avventura fu molto breve. Passato nella categoria successiva, quella dei 60enni, sono andato migliorando di anno in anno, un po’ perché il fisico reggeva bene, e qualche risultato è arrivato, tra cui un secondo posto individuale sempre ai Mondiali Veterani, nel 2014.

 Soprattutto ho scoperto di riuscire a dare il massimo nelle gare a squadre, sia a livello nazionale (per squadre di club) che internazionale.

 

Un percorso di avvicinamento lungo, ma come spesso accade la meta finale da soddisfazione, ma non quanto il viaggio: per quanto esplorato, per i compagni con cui lo si ha affrontato.

“Schermisticamente non mi vergogno di dire che sono andato migliorando (e ci sono ancora margini per fare meglio), anche grazie alla testardaggine di Paolo Zanobini, mio attuale maestro. Infine, quest’anno sono passato alla categoria dei 70enni, con un sospiro di sollievo dei miei amici più giovani che non vedevano l’ora che il “rompiscatole” si togliesse dai piedi…”

Così questo 2022 che più d’Oro di così non potrebbe essere: probabilmente in realtà il mezzo secolo da Schermidore l’aveva già toccato prima, ma non vi è da dispiacersi che glielo si riconosca ora, assieme a tutti gli altri titoli che ha conquistato:

“Il passaggio di categoria, ma anche l’essere passato indenne dai tre anni della pandemia, mi ha dato fiducia nelle mie possibilità e il 2022 è stato un anno incredibile: 1o ai Campionati italiani, 1o nella Coppa Italia AMIS, addirittura primi con la Pompilio nel Campionato italiano Master a squadre, oltreché nella squadra italiana che ha fatto 3a nel Campionato europeo Veterani. Ho solo un unico rincrescimento: nella gara individuale dei Mondiali della scorsa settimana ho perso l’assalto per andare a medaglia con un collega e amico italiano con cui quest’anno non avevo mai perso!”

Joy Marino vince anche la Quarta Prova Nazionale Master

 

Ed eccoci finalmente al Mondiale, ma solo ora, dopo tante lame incrociate, con altrettanti amici, soddisfazioni, e le delusioni positive, che aiutano a crescere. Qualcosa che si può fare sempre, anche se si è già tanto maturati:

Poi la gara a squadre: non ci siamo fatti mancare nulla, incontri facili con avversari non proprio “materasso” (Svizzera), incontri vinti all’ultima stoccata grazie al nostro super sessantenne, Mino Ferro (Canada nei quarti di finale), un “cappotto” 30-15 rifilato alla Germania (che aveva buttato fuori la Francia, una delle più forti in campo) in semifinale. Infine una finale memorabile con la Gran Bretagna, dove ho faticato a contenere il mio avversario (peraltro 80enne, a proposito delle possibilità di continuare a migliorarsi…), il nostro 50enne ha accusato problemi fisici che ci hanno portato all’ultima frazione con il punteggio di 19 a 22, ma la nostra punta di diamante ha fatto il bis dell’assalto finale con il Canada, con un parziale di 8-1, chiudendo 27 a 23 e urlo liberatorio di tutta la squadra”

Joy Marino campione mondiale nella spada a squadre

 

Come c’è arrivato a mantenere il corpo così  a lungo, qual è il “segretoammesso che ce ne sia uno?

“Fino all’anno scorso avevo un’attività lavorativa più o meno pressante, e quindi non riuscivo ad allenarmi molto, non più di una volta a settimana. Da quest’anno sono davvero in pensione e questo significa mente sgombra e un po’ più di tempo a disposizione, ma non riesco comunque ad andare oltre le 2 sessioni di allenamento o lezione schermistica alla settimana.

In compenso mi mantengo in buona forma fisica, ginnastica articolare, un po’ di corsa, nuoto tutta l’estate. E qui è fondamentale mia moglie Mirella, che fa podismo sistematicamente, per cui cerco di starle dietro…

Per completare posso dire di non aver mai fumato, e spero di aver ereditato i geni di una lunga fila di ultracentenari, da mia bisnonna in avanti” 

Un vero Ligure, nota genia di vëgetti terribili, di cuore e mente giovanissimi, e fisico ancora pronto a seguirne i moti; tali anche forse tali anche prima  di Drîa Doria e delle sue 94 candeline da Principe Corsaro. Non può essere quindi un caso che l’idea dei Campionati Master sia nata in Liguria, con Lino Borello, il Nuoto, e la Sportiva Sturla; Borello che anche lui, proprio quest’anno, è andato a conquistare una medaglia, argento nella categoria 80-84.

Il cerchio di Lino Borello: nel 1975 inventa i Masters di nuoto, oggi l’argento Europeo

E Joy, coi suoi allori, ha illustrato ulteriormente l’importanza di una tipologia di competizione importante per tutti, e in particolare per un’area, quella che si estende dalla Città dei Fiori al Maggiorasca, che agevola la longevità delle persone. E quindi ha sottolineato il valore dello Sport Master, in particolare nell’ambito della “sua” pedana:

Bisognerebbe parlare dello sport nella seconda e terza età in genere, ma per quanto mi riguarda, io credo che la scherma sia “speciale”, uno sport diverso dagli altri.

Intanto la fruibilità: posso incrociare i ferri con un ragazzino alle prime armi da un lato, oppure con un campione olimpico, dall’altra, e condurre un assalto non dico equilibrato, ma almeno soddisfacente per entrambi i contendenti. Provate a dire lo stesso del tennis, ad esempio.

Poi l’amicizia tra avversari: grazie ad AMIS ci ritroviamo svariate volte nel corso dell’anno a calcare le pedane in giro per l’Italia (il circuito di gare nazionale comprende 5 o 6 gare di selezione), ogni volta si ritrovano vecchi amici, sia quelli che conoscevi quand’eri ragazzino che quelli che hanno preso in mano la spada per la prima volta due anni fa (magari per emulazione di un figlio schermitore). Fra noi c’è soprattutto cameratismo e un pizzico di rivalità che non guasta. E incrociando i ferri si cementano amicizie che continuano nel tempo, e che si fanno sentire quando arrivano le prove che la vita, soprattutto alla nostra età, ti mette davanti”
Federico Burlando

 

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