Iren Genova Quinto e l’amore per la Pallanuoto: da Marco Paganuzzi a Luca Bittarello

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Larghissima parte dei più grandi capolavori dell’umanità sono stati generati dal solo amore, la mera passione o l’esclusiva volontà di lasciare un segno.

Ovvero per larghe linee quanto ascriviamo al diletto, e da lì il termine dilettanti. Che nella lingua italiana sarebbe sinonimo di “Non sufficientemente bravi”; ma nella realtà della Pallanuoto e di molti altri sport erroneamente inclusi tra i “vari” invece che tra i “veri” purtroppo più spesso semmai significa “Non sufficientemente retribuiti per quanto sono bravi”.

Ma il valore di una società sportiva non è nel conto in banca dei suoi tesserati, ma nel loro spirito, nella storia, nelle persone. Così è la ultra centenaria Sporting Club Quinto sponsorizzata Iren. Per amore, passione e tradizione, rappresentano un grande capolavoro in una piccola realtà. Per numeri si intende. Perché proprio come un cuore, per piccolo che sembri, è enorme per ciò che contiene. Ci sono i centun’anni di storia, l’ultimo col miglior piazzamento di sempre, 7° in serie A; ci sono i 20 da allenatore di Marco Paganuzzi, a cui ora è dedicata la piscina di Albaro; c’è la prima partita in panchina di Luca Bittarello, un debutto da giovanissimo, il miglior incipit per le prossime cento pagine da mettere giù dopo tutta la storia che è già stata scritta.

Bittarello ha 30 anni ed è approdato alla Sporting nel 2011, praticamente a metà dell’epopea da tecnico di Paganuzzi, prima giocatore e poi mister dei biancorossi. È stata una brutta malattia, quasi 4 anni fa esatti, a sottrarre lo storico Mister alle sue due famiglie, la moglie e i due figli da un lato e il club da un lato. Ma forse sarebbe più appropriato parlare di un unico grande clan: Luca ha dovuto affrontare dei lutti difficili, anche recentemente, ma parlando dei tifosi speciali che lo seguono dall’alto, papà Riccardo e mamma Martha, ha voluto inserirvi anche Marco. E questo proprio a ridosso della sua investitura a mister della prima squadra, da capitano e tecnico delle giovanili che era. Così come ha voluto ricordare come “tutta la società, ma proprio tutta, dal presidente Giorgio Giorgi sino ai collaboratori, mi è stata vicina” nei momenti difficili.  Ma anche in quelli belli, come la nascita della figlia. Le famiglie sono così: c’è chi se ne deve andare, c’è chi arriva. Ma chi va non è mai la tessera vuota di un mosaico: è più una pietra preziosa che vien fatta scalare per ampliare il disegno, irremovibile in una posizione definitiva, la migliore per far scintillare tutte le altre che seguono.

E così anche la famiglia sportiva: c’è chi proprio deve andare perché arrivano le chiamate oltre pallanuoto, si vorrebbe lavorare solo in vasca, ma il mondo ha delle regole che nessun arbitro può controllare. Ma un cuore enorme, sì. Così quando il tecnico dell’ultima gloriosa stagione, Jonathan Del Galdo, ha dovuto lasciare la guida tecnica e accontentarsi di un ruolo da dirigente per un’importante opportunità professionale, è stato persino logico affidarsene a uno che batteva per il biancorosso.

Come ha detto ancora il presidente Giorgi: “Al di là di tutto siamo orgogliosi di avere sempre scelto persone che si sono fatte valere ed apprezzare nel mondo del lavoro e dello studio e che si fanno valere quindi nella vita; persone preziose, competenti e richieste anche in ambiti professionali ed imprenditoriali. Con tutti e due rimane un legame umano forte sia personale sia societario. Siamo certi che Bittarello meriterà la fiducia che tutti abbiamo in lui: davvero non abbiamo preso in considerazione alcuna altra figura e Luca, con il conforto ed il sostegno del club, sta approntando, insieme al direttore sportivo Lorenzo Marino, una squadra competitiva ed in grado di fare bene come l’anno scorso”.

E vale allora in tema di pallanuotisti magari non professionisti ma certamente campioni menzionare almeno un passaggio -andrebbe riportata per intero- della commovente lettera che in quel fatidico 2018 proprio Giorgi dedicò a Paganuzzi: “So che gli faceva piacere quando dicevo che “solo il Quinto ha in panchina un ingegnere”: perché Marco era davvero sempre ingegnere. Un uomo di un’intelligenza speciale che aveva rinunciato a fare carriera per seguire la sua passione che non era genericamente la pallanuoto, ma la pallanuoto del Quinto”.

Paganuzzi aveva guidato la squadra alla sua prima storica promozione in A1 nel 2015-16, poco prima di essere debilitato dalla malattia e di costringersi a seguire nonostante tutto gli allenamenti, da “spettatore” con l’occhio fino, negli intervalli delle terapie. Dopo di che la squadra è stata presa in consegna dal suo vice, Gabriele Lucianti, anche lui con un passato da giocatore, e che Bittarello, che allena dal 2015, quando aveva in gestione gli under 13, in contemporanea all’esperienza da giocatore, ricorda non solo come uno dei suoi numerosi e riveriti maestri, ma anche come l’avversario più temibile in cui si sia imbattuto! Quindi il secolo d’oro con Del Galdo, in tutti i sensi: è giunto infatti nel corso della stagione trionfale il riconoscimento come Società Ligure dell’anno di Stelle nello Sport. Forse un po’ scontato, ma qualcosa e probabilmente anche molto di più bisogna anche concederglielo a questi dilettanti “Non sufficientemente retribuiti per quanto sono bravi”. Non solo sport veri, ma anche persone vere. Da Marco a Luca.

Federico Burlando

Per ulteriori informazioni:

https://www.scquinto.com/

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