Canottaggio, Vela, Ocean…la Race senza fine di Davide Tizzano

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Quando non soffia abbastanza vento, si rema. Davide Tizzano invece ha seguito un percorso tutto suo, spingendosi avanti con le braccia o alimentando spirali tutte sue, toccando tanti mondi diversi; e anche se sembra che abbia disegnato tanti ghirigori sulle acque, prima il Canottaggio, poi la Vela, quindi di nuovo il Canottaggio e poi ancora la Vela, mischiate a tantissime attività formative e istituzionali, in realtà ha tratteggiato una chiara linea maestra da cui in tanti possono apprendere seguendone la scia.

“Una barca che ha le sue miglia ma mantiene la sua grande attitudine all’Oceano” spiega al Salone Nautico del Porto Antico di Genova, raccontando di Team New Poland e della prossima avventura all’orizzonte, la Ocean Race, la regata attorno al mondo intero che vedrà proprio nel capoluogo il traguardo finale. Tre righe quest’ultime che sembrano odorare di un piacevole salmastro dacché sono intrise di mare: dei suoi colori, tradizioni, leggende. E in particolare in un 2022 che volge al suo autunno, Davide Tizzano in quella barca dovrebbe rivedersi, per lui è sempre stagione di buttarsi in acqua, affrontare i flutti, fare dei lunghissimi giri per poi ricominciare da capo con qualcosa di nuovo e inedito ma mai del tutto diverso dall’avventura precedente.

Chissà se e che vento spirava, quando è nato a Napoli il 21 maggio 1968; sta di fatto che la prima soluzione per lasciar sfogare lo straordinario atletismo che mostra sin da piccolino è quella di chi si ritrova in mezzo al mare senza remi e senza una singola brezza a soffiare in suo favore, il Nuoto! Ma nel 1978 sale su una barca e non scenderà quasi mai più…le soste sono per ricevere le premiazioni, e curiosamente, come si vedrà, per lui sarà quasi più difficile che ottenere le vittorie.

Nel 1982 lo nota il Direttore Tecnico Thor Nilsen, norvegese, incaricato dal Presidente della Federazione Italiana Canottaggio del tempo, Paolo D’Aloja, di rilanciare il movimento Nazionale a livello Olimpico. Entra nel progetto pilota “Giovani Talenti”, nato con l’obbiettivo di vincere la Medaglia Olimpica entro 10 anni, e quattordicenne, nel college di Piediluco, in Umbria, sulle sponde dell’omonimo lago, trovandosi ad affrontare il primo dei numerosi grandi, piccoli viaggi della sua vita.

Le speranze sono ben riposte, e dopo vari successi a livello giovanile, nella Seoul 1988 decantate ed eternate nella memoria collettiva della nazione dalle telecronache di Giampiero Galeazzi c’è prima la vittoria di Giuseppe e Carmine Abbagnale e poi, appena 6 anni dopo la nascita del “Giovani Talenti”, il trionfo e il primo Oro Olimpico  nel “4 di coppia” con Piero Poli, Gianluca Farina e Agostino Abbagnale. Tutto questo appena un anno dopo esser uscito vivo da una sparatoria nella sua Napoli, davanti casa, quando due malviventi cercarono di portargli via la sua amata moto.

L’entusiasmo è persino troppo travolgente: rischia di finire in acqua l’intera troupe Rai, con Galeazzi costretto a fare il bagno, mentre Davide finisce per perdere la sua medaglia, e dovrà recuperarla, in capo a due giorni, tra i flutti limacciosi del fiume Han, la Marina Militare Sud Coreana!

Il Prodiere di Napoli e il Moro di Venezia alla Coppa America

Nel 1989 arriva l’argento ai Mondiali nel “4 di coppia”, poi rinuncia a Barcellona 1992 con lo spirito di un Colombo o di un Magellano, di chi per tentare un’avventura ardita abbandona tutto ciò che è già al sicuro sulla terraferma. L ’ancora sconosciuto e neocostituito team di Coppa America di vela de “Il Moro di Venezia” gli offre l’imbarco verso la leggenda: nessun legno dalla nascita nel 1851 è riuscito a rompere l’egemonia nella competizione sportiva dei maestri anglofoni nel più antico trofeo sportivo dell’età modera. Da allora in Finale solo Stati Uniti (imbattuti fino al 1983), Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Irlanda. Tizzano, che ha partecipato a molte regate nei tempi di svago dal canottaggio, vi sale come grinder di prua e con lui arriva una storica vittoria contro team New Zealand, che porta alla finale contro America³.

L’amore per la Vela è una vera e propria fiamma, non una semplice scintilla: nel 1993 vince con “Blue Emeraude” il titolo di Campione del Mondo di vela nella classe Maxi Yacht e più avanti, nel 2007, tornerà a mettersi in gioca per l’America’s Cup con Mascalzone Latino.

Ritorno ai Remi

È un capitano che sa fiutare le imprese e vi va incontro. Il suo storico allenatore e mentore del Circolo Canottieri Napoli, Aldo Calì, lo contatta per tutta la società nel 1995 e gli propone di tornare ai remi, con un obiettivo: vincere una medaglia ai Giochi del Centenario di Atlanta 1996 dell’anno successivo. Riuscirci sarebbe incredibile, e quindi naturalmente Davide Tizzano dice di sì. Lui, prodiere, Agostino Abbagnale capovoga: al bacino di Lake Lanier non ce ne è per nessuno, vanno in testa e non gli riprendono più. È un altro pezzo di storia inquadrato da Galeazzi in un mosaico azzurro. La prestazione viene ricordata soprattutto per l’impeccabile conduzione tattica e magistrale esempio tecnico, ma anche per la straordinaria abnegazione e dedizione alla causa di Davide, che sviene e collassa poco dopo aver tagliato il traguardo. Devono intervenire i medici per permettergli di assistere alla premiazione!

16 volte Campione d’Italia in sette diverse specialità del canottaggio, sparse dal 1984 al 2005, per 3 volte vincitore in equipaggi con Amalfi della Regata delle Antiche Repubbliche Marinare. Poi comincia a seguire il team tricolore da dirigente. Ruolo in cui però, ovviamente, da inesauribile motore e realizzatore di progetti, idee tra la carta, l’acqua e la realtà, ha già una certa esperienza.

Oltre il campo di gara, sempre nel cuore dello Sport

Prendendo spunto da quel progetto che, appena 14nne, gli ha permesso di spiccare il volo con una barca, desideroso di elargire una pari fortuna a tutte le future generazioni, oltre al suo esempio e al valore dell’esperienza, nel 1998, grazie ad un accordo con Enel, ha inaugurato il “Centro Nautico di Presenzano” utilizzando il bacino idroelettrico quale palestra per insegnare vela, dragon boat, canottaggio e canoa fluviale.

La struttura nella sua ventennale attività ha coinvolto otre 15.000 ragazzi e ragazze avviandoli agli sport dell’acqua.

Dal 2000 al 2012 ha ricoperto la carica di Presidente della Federazione Italiana Canottaggio della Campania e Membro di Giunta del CONI regionale mentre dal 2012 al 2016 è stato vicepresidente della Federazione nazionale. Responsabile del Centro Olimpico di Formia. Presidente del Comitato Esecutivo dei Giochi del Mediterraneo, li vuole portare a Taranto per l’edizione del 2026 ed è stato fondamentale per far attribuire alla sua Napoli le Universiadi del 2019, da lui poi gestite in qualità di Head of Sport and Operations

Numerosissime le sue iniziative per il sociale, per l’ambiente, per la gioventù: nel 2004 fonda ad Atene la “Davide Tizzano Academy” per la diffusione dei valori etici e sportivi fra i giovani e attualmente impegnata per la salvaguardia del Mediterraneo e dei suoi tesori.

Genova nel mondo con The Ocean Race in attesa del “Grand Finale”

Sarebbe pure abbastanza, ma “Nello sport c’è bisogno di scrivere e raccontare le storie”, come precisa nell’intervista del Porto Antico, ”Insegna anche questo: la memoria di quello che è stato utile per chi vuole affrontare dei percorsi”. Per questo ha scritto l’Ottimismo della Volontà. “Un volume che racconta la mia storia sportiva e che ha dietro tanti piccoli aneddoti. Legati al Canottaggio e alla Vela, ma anche a come stare assieme agli altri, al gioco di squadra, e a quelli che sono i valori che uniscono”.

Così, se non soffia abbastanza vento, si rema; altrimenti si nuota; oppure si organizza qualcosa di bello. E se proprio non c’è nient’altro da fare, allora si scrive: perché certe storie esemplari scritte solo tra le acque non spariscano con la prima onda, ma restino alla portata di tutti coloro che desiderino seguirle, come in un’ideale, infinita strada Maestra.

Federico Burlando

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