La Liguria, l’Italia, l’Olimpo, l’Europa: Roberta Bianconi senza limiti

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Roberta Bianconi

I numeri e i risultati parlano da soli e sono piuttosto eloquenti, ma alla stregua di un megafono: e dal momento che i successi sono davvero tanti, l’eco degli uni si accavalla sull’onda dei successivi, quasi non c’è tempo per godersi adeguatamente ogni squillante trionfo di Roberta Bianconi. Certo, una Campionessa non la racconti con le sole vittorie: c’è il carisma, il sacrificio, la classe, e poi, parafrasando De Gregori, il coraggio, altruismo, e la fantasia. Roberta ha proprio tutto: il palmares narra delle conquiste gloriose e delle scelte coraggiose, a macchinetta; allenatori e compagne di tutto il resto. Per questo è una Leggenda vivente della Pallanuoto, femminile e Ligure, e il bronzo recentemente conquistato dalla Nazionale agli ultimi Europei, soprattutto grazie ai suoi gol, ne è soltanto l’ultimo capitolo.

Una storia salpata a Camogli, ma che viene e andrà lontano

Figlia d’Arte: il papà, la mamma e il fratello Gabriele tutti in vasca con un pallone, c’è chi nasce con la camicia, lei aveva una cuffia. In particolare il padre, Renato, era un attaccante con una potenza fuori dal comune; per lui in carriera decine di gol ed esperienze a Recco, Chiavari e La Spezia. La Liguria ovviamente nel sangue. Nata a Camogli nel 1989, comincia col Nuoto Sincronizzato solo perché quando era piccola non c’erano ancora una sezione femminile per il suo Sport. Ma questo inizio in salita, incredibile se si considera i blocchi di partenza, verrà a sua maggior gloria quando comincerà a scalar le vette del suo sport.

Ha spiegato il suo storico allenatore, “Storico” in assoluto, un’altra leggenda in carne e ossa, il concittadino Mario Sinatra, il Mago di Camogli, il più bravo di sempre a livello giovanile,  anche e soprattutto con le Under nazionali, in un bel pezzo commemorativo di Lorenzo Mangini su Repubblica per la sua 300° presenza in Nazionale: “Ha iniziato tardi, ma già il primo anno tirava benissimo. Non capita mai. Ora non ha nulla da invidiare a molti uomini, una delle poche. Una potenza fisica, ereditata sicuramente dal papà Renato. Lavorava con dei pesi in palestra non facili da sollevare. Con pochissima esperienza si è ritagliata subito un posto nelle giovanili azzurre, bruciando le tappe”.

 

Sinatra ne ha poi magnificato la completezza: “Un attaccante pazzesco fa cose difficili con grande semplicità. Dalla posizione cinque toglie la ragnatela all’incrocio dall’altra parte con facilità, un numero da fuoriclasse. Può fare tutto, forse giocare anche in porta. Mi ricordo che al suo esordio, contro l’Ortigia, la utilizzai come marcatore del centroboa. Un talento”. Per poi concentrarsi su ciò che la fa davvero grande dentro e fuori la vasca:

“Prima di tutto una grande lavoratrice. Persona dolcissima, educata, amabile fuori dall’acqua. Molto esigente, dà tanto e pretende tanto. Vuole vincere. Non si arrende mai, non ha paura di nulla. Sarebbe facile parlare delle sue prodezze, preferisco ricordare di una gara in coppa, in Olanda, in verità da dimenticare. Aveva sbagliato tre rigori, ma non si è mai tirata indietro, sintomo di grande carattere, e dopo quella giornata storta ha ripreso senza più sbagliare”

“Fa cose difficili con grande semplicità” riassume un po’ tutta la sua ascesa. Ove difficile è un eufemismo: non si è limitata a gettarsi in piscina e nella mischia e fare quello che le riesce meglio con la giusta attitudine, ma non ha esitato a mettersi in gioco anche per cogliere ogni possibilità aperta a una giocatrice del suo livello. Così, ampliando i propri orizzonti, ha finito per allargare gli scenari a tutte le future stelle che verranno dopo di lei. Un nuovo mare di opportunità per coloro che sapranno brillare tra le vasche.

L’Italia, la Grecia, l’Olimpo, l’Europa di Roberta Bianconi

L’esordio subito in A1 a Rapallo a 18 anni nel 2007-2008, nel 2010 trascina per la prima volta una squadra Ligure femminile sul podio del Campionato e nel 2011, con Sinatra in panchina, addirittura alla Finale Scudetto contro Orizzonte Catania, dal 1992 sempre finalisti e Campioni in 17 occasioni su 18; non arriva il titolo nazionale ma una Coppa Len e il secondo posto in classifica marcatori. Lo scudetto arriva nel 2012 con la Pro Recco, che aveva acquisito il titolo sportivo della squadra rechellina. Per la prima, e  a oggi unica, volta una squadra Ligure femminile è Campione d’Italia! In quello stesso anno arriva pure la Coppa Campioni!

Parallelamente cominciano ad arrivare le prime convocazioni, soddisfazioni e affermazioni in Nazionale: oro agli Europei Juniores del 2008 e poi a quelli “ufficiali” di Eindhoven del 2012! Argento alla Wolrd League del 2011, poi bissato nel 2014. In mezzo i Giochi di Londra.

Un anno a Bogliasco, poi a Rapallo, e poi il volo verso l’Olimpo, o per essere più esatti, l’Olimpiakos di Atene! È definitivamente una star internazionale. L’Olimpiakos infatti vuole vincere tutto come già la Pro Recco nel 2011-12. E i greci sanno benissimo in quali mano affidarsi. 3 Campionati Ellenici di fila, due premi come miglior giocatrice d’Europa e soprattutto un’altra Coppa Campioni, l’unica portata a casa nella terra di Achille e Agamennone.

Roberta Bianconi è insomma il volto, il cuore e il braccio dietro le imprese uniche nei club.

Il riconoscimento come Atleta Ligure dell’anno arriva però solo due anni dopo, nel 2018, ma non certo perché nel suo anno, 2016, pure Olimpico, non si sia fatta valere, dal momento che più “Olimpika” di lei, davvero non ce ne erano!

Torna in Italia e pone rimedio al “gravissimo sgarbo” mosso all’Orizzonte Catania: da quando le ha battute, non sono più riuscite a rivincere il tricolore, il più lungo digiuno nella loro storia da quando sono diventate campionesse per la prima volta! Ma Bianconi fa per lei e le compagne e disfà le avversarie, e così riporta lo scudetto sotto l’Etna.

 

Dopo un passaggio al NC Milano, si è ora accasata a Verona, ma la speranza è di vederla tornare al nido per poi potersi meglio godere i suoi voli.

In azzurro ha trascinato l’Italia sino alla Finale dei Giochi di Rio nel 2016, ma contro le statunitensi c’è stato poco da fare anche per lei abituata a creare piccoli miracoli alzando le braccia con la posa platica di un prestigiatore, per poi realizzare autentiche magie con un pallone in mano e il cloro sino alle spalle. L’anno prima ai Mondiali di Kazan si era aggiudicata il bronzo, figurando come unica italiana nella formazione ideale della rassegna.

In Azzurro ha collezionato più di 350 presenze e vede le 378  da record della ex compagna Tania Di Mario, sarebbe forse il gioiello più splendido di un bottino regale.

 

Nel 16-13 con cui l’Italia ha piegato l’Olanda, rivincita della sfortunata finalina Mondiale del 2 luglio che le ha impedito di raggiungere l’ennesimo podio di vertice, ha segnato 5 gol. Altri cinque piccoli squilli, altri cinque punti  in uno spartito in cui ogni nota si è accordata alle altre per comporre un magnifico concerto. La Pallanuoto è uno sport corale e non sarebbe riuscita a comporre un tale spettacolo se dietro a ogni suo gol non ci fosse stato un gruppo pronto a darle sostegno, spesso in largo composto da altre liguri. Ma le sue compagne di ogni partita non si sarebbero spinte verso tutte queste vittorie se davanti non avessero avuto una tale Stella a rendere semplici le cose più difficili. Avrebbe iniziato “tardi”, ma ha suonato e le ha suonate in lungo e in largo. Arrivando in profondità nel cuore di tutti gli appassionati. Una Campionessa non la racconti con le sole vittorie: c’è il carisma, il sacrificio, la classe, e poi, parafrasando De Gregori, il coraggio, altruismo, e la fantasia. Roberta ha proprio tutto.

Federico Burlando

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