Parla una lingua universale Pietro Figlioli: lavoro, sacrificio, dedizione. È comune a molti campioni, «sudore di gente dispersa, di maglia, di lingua diversa», ma tutta gente che il cuore vuole spenderlo. Sebbene lui, che ha girato i 7 mari, i 4 angoli del Mondo, i 2 Tropici e 1000 piscine, attraverso nazioni e Nazionali, questa lingua la parla con una cadenza inequivocabilmente Ligure, e disperso non lo è per nulla, perché laddove il mare è azzurro come il cielo e la focaccia bianca come le nuvole, c’è la sua casa. La stessa di 10 Coppe di Campioni di Pallanuoto, 6 ce le ha portate lui. Ovviamente non da solo, ci si è messa tutta Recco, ovvero la Pro Recco.
Grande, grandissimo Campione, categoria Big, brasiliano di nascita, cresciuto in Australia e Italiano, anzi recchelino, di adozione e per scelta, si è permesso di trasformare il Poker col Club di quest’anno -Campionato, Coppa Italia, Champions, e Supercoppa Len- in una Scala Reale personale, Re degli Sportivi Liguri 2022 ma democraticamente eletto da un popolo di appassionati, ma dall’ennesima vetta di podio che si è conquistato è stato soprattutto di umiltà e fondamenta che ha incensato.
Del resto le sue parole hanno uno sguardo: non è mai al bottino di prestigiosi risultati da cui potrebbe troneggiare -nel cumulo anche 2 medaglie Olimpiche, 2 Ori Mondiali e 8 scudetti- ma all’orizzonte tutto da conquistare. Un bel messaggio per i giovani: c’è sempre qualcosa da fare, non si è mai abbastanza grandi per non poter puntare un po’ più in alto. Che va a ricompensare tutta la grinta che i compagni più giovani gli trasmettono. Una lingua universale, quella di Pietro, con un messaggio che deve arrivare proprio a tutti… anche con quella cadenza un po’ così, che hanno quelli dei “dintorni “di Genova, da Ventimiglia a Sarzana.
Una stagione da incorniciare, l’ennesima! Il nostro orgoglio è poterti consegnare l’Oscar di Stelle nello Sport, certificato, e credo possa farti piacere, dai voti del pubblico. Dai tanti appassionati sportivi che hanno voluto incoronare Pietro Figlioli tra gli sportivi dell’anno. D’altronde tu ormai tra successi e impegno nelle nostre vasche qui in Liguria hai un seguito enorme!
“Grazie mille! È un onore. Sì, la stagione è andata… perfetta! Meglio di così forse potevamo finirla senza sconfitte, l’unica cosa che si poteva migliorare. Ringrazio per tutti i voti, è stato un piacere essere riconosciuto come un atleta Big. Io continuo a giocare, quindi se volete continuare a votare anche i prossimi anni io ci sarò sempre”
La prossima domanda è proprio questa…Tra le grandi Stelle abbiamo avuto da Maurizio Felugo, che adesso ha smesso ma ora continua da presidente a dare il suo contributo alla Pro Recco, a tanti altri tuoi compagni di squadra, come Matteo Aicardi. Siete degli highlander, quanto avete intenzione di andare avanti ancora?
“Una domanda personale per ognuno di noi. Finché la testa regge, il fisico regge, e uno ancora si diverte, è giusto continuare. Io ancora mi sento giovane, mi sento un ragazzino al Luna Park ogni volta che vado in piscina…proprio mi diverto, mi piace e non riesco a vedere Pietro Figlioli da un’altra parte. Quindi io vado avanti. Finché dimostro di essere a livello, continuo a giocare a questo livello. Poi semmai si va avanti dopo”
Mi hai già risposto! La domanda era: “Ma come fa uno che ha vinto tutto, Mondiali, Champions, Scudetti, a trovare ancora gli stimoli, e la risposta è il divertimento, la passione, l’amore per la vasca…è un sacro fuoco?
“Sì, io sono stra-appassionato del mio sport e mi piace spingere me stesso verso nuovi traguardi e sfide, ho cambiato poche squadre, ho fatto 5 Olimpiadi, ho vissuto vari cambiamenti di regolamenti nel mio sport, è cambiato 3 volte. Quindi io sono sempre stimolato. Trovo sempre compagni giovani che hanno, giustamente, questa grinta di superare i grandi e quindi una spinta per noi vecchietti. Il segreto nella Pallanuoto è proprio la squadra. Se non si è squadra non si potrà mai vincere. I nostri avversari anche erano dei grandissimi Campioni ma noi siamo stati più squadra. Noi non ci siamo mai disuniti in tutto l’anno, nemmeno per un minuto. Questo si è visto in vasca, nella concentrazione dei ragazzi”
Com’è essere allenati da uno che è stato tuo compagno sino a qualche anno fa, addirittura ha qualche anno in meno di te, c’è comunque grande rispetto ma qual è il rapporto?
“Non c’è altro che grande rispetto. È logico, ci si parla, come a una persona normale. Però il lavoro è lavoro, la squadra è la squadra. Se non ci si porta rispetto e disciplina non si vince niente e non si va da nessuna parte. Sandro è stato un grandissimo campione e 100% lo sarebbe stato ancora oggi in vasca, se non avesse avuto i suoi problemi, e in panchina è un grandissimo, grandissimo campione uguale. È una persona meticolosa, uno ambizioso e concentrato ogni giorno, non fa niente a caso, è proprio un allenatore già formato, anche se è giovane, 31 anni, e non ha tutta questa carriera come allenatore. Quindi per me anche da giocatore è uno stimolo pazzesco sapere di avere un ex compagno di squadra che mi dà così tanta forza e convinzione ogni giorno da continuare. Mi aiuta ad avere più stimolo per la mia carriera”
Ormai sei un Ligure d’adozione, ci racconti però la tua Storia? Da quando sei arrivato a come ti sei calato nella realtà dello Sport Ligure?
“Io sono arrivato nel Chiavari Nuoto per la stagione 2004-05, ero arrivato da una stagione precedente col Barcelona -non Barceloneta, proprio il Barcelona- dove avevamo vinto il Campionato e la Coppa Len, che sarebbe la “Uefa”. E più o meno già lì avevo inquadrato bene cosa fosse la Pro Recco, una squadra di grandi campioni e di altissima qualità di allenamento e possibilità di crescita, grandissimi professionisti. Ho fatto questi 2 anni a Chiavari e poi mi sono proposto alla Pro Recco, ho chiesto: “Avete posto per me?”? Sapevo di andare nella squadra Campione d’Italia, quei Campioni che avevano dimostrato di essere grandissimi professionisti. E piano piano son rimasto lì, ho fatto 1 anno, poi sono andato due anni via in prestito al Sori, c’era l’anno Olimpico e avevo bisogno di giocare qualche partita in più piuttosto che solo lo straniero di Coppa, e questo sempre prima della cittadinanza italiana. Al mio ritorno poi la lunga strada con la Pro Recco, quasi definitiva, se non per altre due stagioni, per così dire, di intercambio, per poi ritornare”
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Una lunga storia d’amore, con la Pro Recco non ti sei mai fatto mancare nulla. C’è invece un titolo, un titolo, un successo che ti manca, magari con la Nazionale, qualcosa a cui magari ogni tanto pensi?
“Quello che ci ha illuso, diciamo, è l’oro Olimpico. Possiamo anche dire l’oro Europeo, però quello a Cinque Cerchi per un pallanuotista è il più pesante, come può essere la Coppa del Mondo per i calciatori della Nazionale. Purtroppo nel 2012 ci siamo andati solo vicini, ma alla fine non siamo risuciti a salire sul gradino più alto del podio”
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“Io non vedo perché no…se io dimostro di essere all’altezza e di avere la fiducia del CT, io ci sono. Lui lo sa, poi non c’è altro da dire…c’è solo da giocare”
Messaggio a Campagna recapitato. Chiudiamo con una sintesi di quello che ci hai raccontato: passione, sacrificio, lavoro…i risultati si ottengono così. Un messaggio che grazie a te vogliamo consegnare ai giovani?
“Non solo nello Sport ma anche nella vita chi lavora di più ottiene di più. Poi ovviamente dipende da che lavoro fai e come lo fai. Secondo me lo Sport insegna determinate cose che uno non può imparare dal mondo del Lavoro o della Scuola, dove la disciplina è fondamentale. In uno sport di squadra come il mio, lo spirito di sacrificio ancora di più. Quando tu vedi un compagno in difficoltà e puoi chiudere un contropiede per conto suo, che magari si risparmia un po’ di energia, è una cosa che va fatta. Ma questo si capisce solo all’interno di una squadra, in uno sport come la Pallanuoto dove hai bisogno dei tuoi compagni di squadra. Non c’è un fenomeno come può essere un Leo Messi che scarta due giocatori, va in porta e in gol, nella Pallanuoto hai bisogno di tutti, è una grandissima lezione che non ti insegnano da nessuna parte”