Andrea Renzi: dal Villaggio Basket di Cogorno per l’Italia intera un centimetro alla volta sotto canestro

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La palla a spicchi, considerando la grande passione del papà, era probabilmente nel suo destino, e, considerando l’anagrafe, nato a Genova e cresciuto nelle valli attorno a Chiavari, probabilmente anche i cinghiali. Il nobile animale, elevato a simbolo delle proprie virtù dagli antichi Liguri, figura imporporato di rosso sulle insegne del primissimo club di Andrea Renzi, il Villaggio Basket a San Salvatore di Cogorno, e ora, tinto di azzurro, su quelle suo attuale club, l’Agribertocchi Orzinuovi di A2. L’azzurro è stato ovviamente anche il suo colore nei 26 gettoni tricolori collezionati, valsi la convocazione agli Europei del 2011, meritatissima nonostante si fosse appena ripreso da una grave lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio.

Giocatore completo, classe 1989, Centro atletico capace di colpire anche dalle lunghe distanze, e in questo forse un po’ simile proprio al cinghiale, animale sicuramente possente ma anche insospettabilmente agile. Ha cominciato ad appena 14 anni la sua Odissea per l’Italia, in cui gli è capitato spesso di consacrarsi eroe, oltre che per la dedizione, per il suo multiforme talento.

Fuori scala per adagiarsi sugli stretti e morbidi monti della Liguria, terra sportivamente ricchissima ma forse, per quanto costi ammetterlo, non troppo fertile per i parquet di alta classifica. E così appena superati i 14 già emigrava alla vicina Don Bosco Livorno, e a 17 all’elitaria primavera della mitica Benetton Treviso, che aveva appena lasciato spiegare le ali del Mago Bargnani verso l’America. A questo nido di promesse e di allori, Andrea recava il suo contributo: 20 punti nella finale per il titolo Under 18.

Quindi le volate del suo Giro d’Italia -da appassionato di ciclismo!- nonostante l’infortunio che gli ha quasi fatto perdere una stagione intera: i numeri in A2 col Verona che gli sono valsi la chiamata alla rassegna continentale, Biella, e poi 8 stagioni a Trapani, 4 da capitano. Più di 3000 punti con la canotta granata, prima del ritorno al Nord. A Orzinuovi, a portare la classe ma soprattutto l’esperienza di chi, un centimetro sotto canestro alla volta, ha attraversato l’Italia avanti e indietro.

– Sei nella classifica Big-Trofeo Bayer di Stelle nello Sport, stai ricevendo molti attestati di stima dai tuoi sostenitori sparsi per tutta la Liguria. Ti aspettavi una tale ondata di affetto dalle persone?

“Ciao a tutti gli appassionati sportivi e grazie. Non mi aspettavo un tale affetto e non può che far piacere. La Liguria è e rimarrà sempre un pezzo importantissimo della mia vita non solo sportiva”

– Da dove nasce la passione per la Pallacanestro? Quando hai cominciato a praticarlo?

“La passione per la pallacanestro nasce da mio padre, che negli anni 90 era presidente della squadra del mio paese: il Villaggio Basket a San Salvatore di Cogorno. È stato lui a trasmettermi l’amore per la palla a spicchi, ma soprattutto per lo sport in generale e per quello che rappresenta nella crescita di una persona. Instradandomi alla pallacanestro all’etá di circa 8 anni”

Quanto ti alleni ogni giorno? Come mantieni il tuo corpo in forma?

“Ogni giorno mi alleno circa 3 ore e mezza e cerco di tenermi in forma con una dieta equilibrata e l’aiuto di un ottimo staff di preparazione fisico/atletica”

– Qual è stata l’emozione più grande della tua carriera?

“Sicuramente la vittoria dello scudetto giovanile under 18 del 2007 è la gemma più brillante, ma in generale ogni risultato ottenuto di squadra in questi 16 anni di carriera. Ogni vittoria è speciale a modo suo”

Quali sono per te i valori dello sport, in generale, e quelli in particolare del Basket?

“Amo sempre dire che lo sport è una palestra di vita e lo sottoscrivo anche questa volta. Si impara il rispetto dei compagni e degli avversari, a osservare delle regole e a comportarsi in una maniera sempre decorosa; tutti aspetti fondamentali anche nella vita di tutti i giorni. La pallacanestro nello specifico insegna l’importanza del gioco di squadra”

Come hai affrontato il periodo del Covid, difficile per tutti ma in particolar modo per gli sportivi?

“Occorre dire che il covid è stato un momento terribile soprattutto per coloro che hanno perso i propri cari, oppure per coloro che si sono ritrovati senza il posto di lavoro per le conseguenze di questa pandemia. Tanti settori legati allo sport hanno subito una forte frenata e noi sportivi ce ne accorgiamo tutti i giorni. La componente della quarantena e del “riposo forzato” tra le quattro mura domestiche è stata sicuramente una parte complessa e inusuale da affrontare, ma la vista delle bare sui camion a Bergamo mette tutto nella giusta prospettiva e onestamente ci fa capire anche la fortuna che hanno avuto tanti di noi a vederla solo in TV”

– Ci racconti un segreto…rivelabile? Una pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare una campione?

“Partendo dal presupposto che non sono un campione… Ho molti riti e piccole routine scaramantiche che mi aiutano, mentalmente, ad approcciare le partite più o meno allo stesso modo. Sono tutte cose segrete che non posso rivelarvi altrimenti perderebbero il loro effetto…”

– Una passione al di là della Pallacanestro?

“Sono un grande appassionato di tutti gli sport, specialmente calcio e ciclismo… Nel tempo libero mi piace inoltre leggere, guardare film e stare in compagnia di mia moglie Azzurra”

– Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?

“La Liguria rappresenta per me un porto sicuro, una casa dove ricaricare le batterie e dove fare riposare l’anima… Tutte cose importantissime per ogni sportivo ad alto livello. Della mia regione mi piacciono ovviamente gli scenari naturali, la cucina e il sorriso con il quale mi accolgono amici e familiari quando rientro a fargli visita”

– C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?

“Ce ne sarebbero 1000. Sono cresciuto nel mito di Dirk Nowitzki restando sulla mia professione… Ma se devo citare uno sportivo che mi ha fatto venire la pelle d’oca e, malgrado tutto, ricordo sempre con grande ammirazione per le emozioni che mi ha trasmesso, dico Marco Pantani”

– Che consigli daresti a un bambino a un ragazzo che si avvicina alla Pallacanestro per la prima volta?

“A tutti i bambini o ragazzi liguri e non solo, consiglio di avvicinarsi al basket o a qualsiasi altro sport perché possono divertirsi, stare in compagnia e crescere imparando regole di sport e vita che li aiuteranno per tutta la loro esistenza. Ma soprattutto deve essere un divertimento: andate in palestra, al campo, in piscina etc…. Con il sorriso!”

– Quali sono i tuoi programmi per il 2022?

“Spero di continuare a crescere lavorativamente parlando, perché non si smette mai di imparare e di migliorare. Non mi pongo ne obbiettivi, ne limiti ma spero, allo stesso tempo, di meritarmi molte soddisfazioni”

– Spiega per quali ragioni è importante votarti e lancia Un messaggio-saluto finale a tutti i tuoi sostenitori di Stelle nello Sport!

“Ci sono davvero tantissimi campioni candidati a Stelle nello Sport e mi fa molto piacere avere ricevuto tutti questi voti, vi ringrazio e non posso che sentirmi davvero onorato. Continuate a votare, magari anche me, e fate sentire quanto la Liguria è una regione di grande tradizione sportiva.  Un saluto a tutti”

Federico Burlando

Si ringrazia la l’Agribertocchi Orzinuovi  Basket per aver agevolato lo svolgimento dell’intervista

Per votare lo Sportivo Ligure dell’Anno: https://www.stellenellosport.com/votazioni/come-si-vota/

 

 

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