Il canoista Beniamino Bonomi al Gala 2007: “Sidney gara perfetta”

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Uno dei numerosi motti degli Scout recita: “Guida tu stesso la tua canoa”, ed è tratto direttamente da un passo di Sir Robert Baden-Powell, che spiega come dal ruscello della giovinezza manovrando con cura, lealtà e gioiosa persistenza si possa sempre sfociare nell’avventura e nel completo successo. Beniamino Bonomi ha saputo guidare la sua canoa e vivere l’avventura, ma per fortuna non si può dire che non l’abbia fatto tutto da solo, come raccomandava il vecchio Lord. Col Kayak ha colto brillanti risultati individuali a livello Olimpico e Mondiale, ma è impossibile scinderne l’immagine dal suo grande compagno Antonio Rossi, col quale ha scritto alcune delle pagine azzurre più belle, non solo della loro disciplina ma dell’intero movimento.

Antonio che al Gala dello Sport del 2005 evidenzia come “il merito delle sue vittorie fosse di un’intera squadra”, Beniamino che al Gala 2007, tra l’altro curiosamente quasi introdotto da un Giuliano Casale in formato scout ma decisamente meno signorile di Lord Baden-Powell, chiamato a premiare la “Canottaggio per tutti”, parla soprattutto della loro sinergia come chiave delle vittorie che hanno fatto la storia della pagaia tricolore.

“Io e Antonio per un po’ siamo stati ai vertici, lui per ben 5 Olimpiadi e Antonio per 4, sono un po’ di annetti! Io queste gare non le rivedo mai, perché ogni volta che le guardo mi salgono ancora le pulsazioni, ho avuto ancora le palpitazioni a rivedere la gara dell’oro, che per noi è stata la gara perfetta, perché non abbiamo sbagliato assolutamente nulla, al contrario di Atene dove un piccolo errore lo abbiamo fatto. E abbiamo solo invertito il podio! Perché quelli che sono arrivati secondi a Sidney, in Grecia sono stati primi e noi viceversa. C’è da dire però che a 36 anni i più vecchi dell’Olimpiade canoistica, è stato un grande risultato”

I tenacissimi avversari a cui fa riferimento sono gli svedesi Henrik Nilsson e Markus Oscarsson, mentre per le imprese della coppia Michele Corti conia l’espressione “K2 dei Sogni”. Occorre però sottolineare che per Bonomi il K2 è giusto la sua “vetta” più nota, ma è appena un campo base da cui partire per raccontare la sua leggendaria carriera.

La base vera e propria è il Lago Maggiore, affacciato sulla sua Verbania, in cui nel 1977 inizia a pagaiare giovanissimo, ad appena 9 anni, e si guadagna l’accesso nel Gruppo Nautico delle Fiamme Gialle, di cui poi diventerà allenatore nel 2014. In mezzo i Giochi: già a 20 anni concorre a Seoul nel K2 e nel K4. “Dal ruscello della fanciullezza per un viaggio avventuroso; di là passi nel fiume dell’adolescenza; poi sbocchi nell’oceano della virilità per arrivare al porto che vuoi raggiungere”, precetta Baden-Powell; Beniamino Bonomi questo percorso sulle correnti l’ha battuto sudando metro per metro e sponda per sponda, ma con mano si celere e sicura che sembrava essere lui la “rapida”, non i flutti che andava affrontando.

Il primo risultato di rilievo globale è l’argento al Mondiale di Parigi del 1991, nei K1 10.000m, a evidenziare che la sua canoa da solo sapeva guidarsela meravigliosamente. Lo conferma ad Atlanta ’96: argento nel K1 1000m, ma anche la prima affermazione in coppia, ancora secondo posto, con Daniele Scarpa nel K2 500m, con cui aveva vinto l’oro ai Mondiali di Duisburg nel 1995. E Scarpa, il terzo tenore, che sempre negli States va a vincere proprio con Rossi la prima medaglia d’oro nella storia del Kayak azzurro, nei 1000 metri.

Poi dal 2000 le due leggende che si incontrano tra loro e si scontrano con la Svezia tra la Grecia e l’Australia, in una sfida planetaria che emoziona da Trieste in giù.  Pur non essendo partito propriamente da un ruscello, anzi da un Lago che è Maggiore per definizione, o forse proprio per quello, ha saputo toccare il cuore di tutti. Non è il solo a cui vengono le palpitazioni rivedendo certe gare.

Federico Burlando

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