Dominik Fischnaller è bronzo! Al Gala 2019: «È bellissimo avere un maestro come Armin Zöggeler»

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Sliding Doors: porte che scivolano, riferimento alle porte della metropolitana di un noto film del 1998, in cui bastano cambiare dettagli minimi nella vita di una persona per modificarne completamente il destino. Sempre scivolando, ma su uno slittino, Dominik Fischnaller quattro anni fa a Pyeongchang ha perso il bronzo Olimpico per appena 2 millesimi di secondo, oggi a Pechino a 1077 Km e una pandemia di distanza l’ha conquistato anche per una sbarretta, quella che fa la differenza tra il segno + e il -. Se fosse risultato positivo al Covid come il cugino e compagno di Nazionale Hans Peter Fischnaller, lui sì beffato dal fato e costretto a rinunciare alla rassegna a Cinque Cerchi a pochi giorni dall’inaugurazione, ne avrebbe condiviso l’amara sorte. E invece ora ha conquistato il terzo podio: inteso come terzo alloro tricolore nella spedizione in Catai, per lui invece è il primo Olimpico, al gradino più basso.

Lo stesso da cui ha cominciato la scalata verso la Leggenda il suo Maestro, Armin Zöggeler. Si prese prima di tutto a 20 anni il bronzo a Lillehammer, e poi da scendendo di anno in anno a 130-140 Km/h prese quota sino a vincere due ori e un argento, e poi di nuovo dei bronzi a Vancouver e a Soči.  Dominik di anni ne farà 29 il 20 febbraio, ma fa ancora in tempo a eguagliare i massimi risultati del suo precettore, come spiegava al Gala dello Sport 2019, a cui erano tutti e due presenti, anche come illustri rappresentanti del Centro Sportivo dell’Esercito:

«È bellissimo avere un maestro come Armin, lui mi dà i consigli e così è più facile per me. Stavolta però sarà davvero dura per l’allievo superare il Maestro, io ci provo e poi vediamo, dai!»

Del resto oggi è arrivato il trionfo Olimpico, ma non arrivava in Cina digiuno di successi. Oltre ai 3 titoli vinti tra Juniores e Under 23, aveva conquistato 3 bronzi ai Mondiali di Igls 2017, mentre proprio al Gala spiegava i suoi progetti per quelli di Soči del 2019, in cui sarebbe arrivato un altro bronzo:

«Adesso abbiamo un po’ di pausa e poi ricominciamo con l’allenamento per la prossima stagione. Quella passata è andata veramente bene, col titolo Europeo e poi altri 3 podi in Coppa del Mondo. Sono contento. Per gli anni a venire, quest’anno ci sono i Mondiali a Sochi in Russia e lì sarebbe bello prendere una medaglia»

Abituato a puntare molto in alto nonostante una disciplina che lo costringe a studiare ardite e complesse traiettorie verso il basso, teneva allora lo sguardo ben piantato sull’obiettivo più vicino. La rivincita Olimpica probabilmente era già nell’aria ma non ancora all’orizzonte, come la promessa in una fredda notte di una dolce nevicata per l’albeggiare. Nella sua Bolzano, o per essere più precisi nella sua Maranza, comunità particolarmente nota proprio per le sue piste di slittino, all’ombra del Monte Cuzzo, quanti deve averne avuti di presagi e sogni così; una storia in più che insegna a crederci sempre. Il suo monito ai giovanissimi:

 «Lo Sport fa bene al corpo, è veramente una bella cosa, insegna a non mollare mai e ad andare sempre avanti. Così per diventare campioni: non è facile ma non bisogna mollare mai e provarci al massimo»

Provarci sempre perché non sai mai cosa può riservarti il destino. L’opportunità magari te la concede o te la vanifica una sliding door, sfruttarla o riconquistarla è una questione di determinazione.

Federico Burlando

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