Lo Sport allontana i Giovani dall’HIV

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Oggi, martedì 1 dicembre, è la Giornata Mondiale contro l’AIDS. Stelle nello Sport, in questo periodo più che mai attenta a evidenziare gli aspetti correlanti le attività sportive e la salute, intende proporvi alcuni importanti elementi di riflessione a partire dal convegno “Sport e Aids” del 20 giugno 1992 con gli atti inseriti all’interno dei Quaderni di Panathlon. 

Lo sport ha la responsabilità di non isolare nessuno, ma anzi di trasmettere un messaggio preventivo ai giovani. In questo modo possiamo veramente dare un contributo importante allo sforzo comune di tante persone che in Italia e all’estero lottano contro la diffusione della infezione da HIV.

Tra i vari contributi medici, è da evidenziare l’intervento del professor Giorgio Odaglia, allora Direttore del!’ Istituto della Scuola di Medicina dello Sport dell’Università di Genova, sulla “Valutazione dell’idoneità sportiva e infezione da HIV”.

Ecco un estratto. “Sono molti e complessi i problemi relativi all’accertamento dell’idoneità allo sport in relazione all’ infezione HIV ed anche gli elementi contratti ad un approfondimento diagnostico, come risulta dalle tabelle. Però non si può ignorare che oggi in Italia, ove si stimano in circa 150.000 i soggetti sieropositivi, la fascia di età più colpita è proprio quella giovanile, gli sportivi pur non facendo parte di categorie a rischio hanno frequenti occasioni di promiscuità e di esposizione (dato anche l’aumento delle infezioni a trasmissione eterosessuale) e si può quindi ritenere che al momento siano almeno 5.000-10.000 i praticanti attività sportive sieropositivi. La maggior parte praticano sport che non espongono a rischi di contagio, però sono indubbiamente moltissimi coloro che negli impianti sportivi più modesti e meno attrezzati, nei campi delle periferie o nei cortili, non sono certo nelle condizioni di rispettare in ogni allenamento o ogni incontro quelle così ottimistiche e teoriche norme di prevenzione sopra ricordate”. 

In ottica di prevenzione, molto interessanti le parole del professor Fernando Aiuti. “Senz’ altro le società sportive possono contribuire a sensibilizzare i giovani alla pratica sportiva, non solo allo spettacolo, perché lo sport sicuramente allontana i giovani dalla droga e conduce ad una vita sana; le società sportive si devono impegnare con lo Stato a promuovere l’ informazione, a cercare di ottenere dei comportamenti sicuri; le società sporti ve possono creare anche manifestazioni di solidarietà con i soggetti sieropositivi sportivi e i giocatori, non solo quelli che sono stati colpiti, come il caso di Magic Johnson, dall’infezione da HIV o di altri, ma anche quelli che non sono
colpiti, che sono gli idoli dei giovani, possono contribuire a sensibilizzare i giovani come hanno fatto recentemente alcuni personaggi della moda, alcuni personaggi dello spettacolo che si sono sensibilizzati e dedicati a questo, anche attraverso
campagne d’informazione”

Gli atti del convegno “Sport e Aids” del giugno 1992

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