Bella, preparata, studiosa e con le idee precise sulla sua carriera sportiva futura. E’ tesserata per il CUS Genova. Ci racconta i suoi inizi, i suoi allenamenti e tutto l’amore che prova verso lo sport e soprattutto verso questa disciplina che l’ha portata, nel gennaio 2017, ad essere battezzata “regina dei 60hs” a Modena ottenendo un record per la nostra regione.
Luminosa, cosa significa per te questo sport?
“Per me questo sport , come tutti gli sport in generale, è il miglior insegnamento di vita. Insegna ad essere competitivi senza dimenticarsi della lealtà e del rispetto, fa divertire e socializzare ma allo stesso tempo faticare. Ci vuole una buona dose di sacrificio, di sudore, di tempo, di testa e di cuore per raggiungere risultati. È sinonimo di salute e di felicità, con quel pizzico di strategia che abbinato ad impegno ti porta in alto. È educazione, serietà e senso del limite, che è forse l’aspetto più amaro di questo sport”.
Come sono stati i tuoi primi passi in questo sport? Chi ti avviò all’atletica?
“Ho iniziato a fare atletica dopo aver vinto una gara alle scuole medie che coinvolgeva gli istituti della provincia. I miei genitori conoscevano bene Ezio Madonia che mi ha fatto incontrare il mio primo allenatore Pietro Astengo”.
Qual è stato il tuo idolo sportivo nell’infanzia? E ora?
“Il mio idolo dell’infanzia è mio padre, perché mi ha fatto capire e amare la competizione, quella sana. E lo è tuttora perché a 59 anni continua a giocare a calcio tutte le settimane con la stessa testa di quando ne aveva 20 anche adesso se gli acciacchi sono sempre di più”.
Cosa ti da più soddisfazione, superare il tuo rivale o migliorare te stessa?
“Sicuramente superare me stessa, credo sia questa la parte migliore dello sport che pratico! Poi molte volte migliorando se stessi si superano anche i propri avversari!”
Quali sono i tuoi piani futuri?
“La qualifica per gli Europei under 23 in Polonia”.
Doping. Cosa pensi di chi fa uso di queste sostanze illecite? Quali controlli ci sono da parte di allenatori
“Credo che sia sciocco doparsi perché va contro il concetto che ho di sport : faticare e lavorare per poi stupirsi di quello che può fare il proprio corpo in una competizione”.
Ti è capitato di conoscere ragazzi che hanno usato queste sostanze?
“No non mi è mai capitato, orgogliosamente posso dire di allenarmi in un gruppo di persone pulite che condividono i miei stessi valori sportivi e per tanto rifiutano qualsiasi aiuto esterno”.
Pensi ci sia troppa “pressione” da parte di chi allena e così i più “deboli” caschino nel mondo delle sostanze illegali?
“I miei allenatori mi hanno sempre resa partecipe di tutto ciò che il doping comporta, senza fare alcun tipo di terrorismo psicologico e controllo su di me e i miei compagni, semplicemente sono stati in grado di trasmetterci i giusti ideali, affinché ognuno di noi facesse proprio il concetto che per raggiungere risultati serve tanta fatica e nessuna sostanza proibita. I controlli vengono fatti principalmente alle gare dalla federazione italiana di atletica”.
Secondo te perché si arriva ad aver “bisogno” di usarle?
“I motivi dell’ utilizzo sono veramente tanti, come ad esempio i soldi e la fama. Insomma fattori che accomunano diversi casi di fallimento personale, non sono in ambito sportivo.Credo che la pressione ci sarà sempre , e personalmente la reputo una bella cosa perché spinge nella maggior parte dei casi a dare il meglio di se, in altri può far scivolare nel doping ma non conosco personalmente casi simili”.
Cosa consiglieresti a quelli che iniziano ora il tuo sport?
“Come mi hanno sempre detto i miei genitori quando ho voluto iniziare atletica :«I risultati in questo sport non arrivano quasi mai subito, ci vuole molto impegno e anche se la corsa sembra una cosa naturale, bisogna lavorare duramente!”.
Qual è il tuo allenamento medio quotidiano?
“Sinceramente fino allo scorso anno mi allenavo proprio poco ( una o due volte a settimana). Quest’ anno allenandomi più seriamente mi accorgo che la mia giornata verte principalmente intorno ai libri e al campo di atletica. Diciamo che la sera non ho difficoltà ad addormentarmi! Di media mi alleno due ore al giorno per 4/5 giorni alla settimana. Durante il periodo di gare agli allenamenti settimanali si aggiungono le varie competizioni nel week end in giro per l’Italia”.
Segui qualche dieta specifica o riesci a mantenere la tua fisicità solo grazie allo sport?
“Ora non seguo diete, magari mi toccherà farlo in futuro! Amo mangiare e i miei allenatori spesso si stupiscono di come riesca a mantenere una buona fisicità nonostante la quantità di cibo che ingerisco!”
C’è qualche aneddoto curioso/ divertente che ti è capitato praticando questo sport?
“Al campo si lavora ma ci si diverte sempre tanto stando in un gruppo. Ricordo ancora di un allenamento in particolare: un mio compagno doveva scegliere da che parte correre i 100 metri (se in un verso con vento a favore o nell’ altro con vento contro). Chiese al nostro allenatore un consiglio. Il prof gli rispose che c’era vento di terra. Perplesso il ragazzo ha messo la mano in terra per sentire il vento. È stato eletto il re delle cavolate e tuttora ripensandoci rido”.
Fare attività fisica a questi livelli ha comportato a delle rinunce vista la tua giovane età?
“Sicuramente non mi vedrete tutti i sabati sera in discoteca, per non parlare dei mesi in cui ci sono le gare e non riesco ad uscire nemmeno di pomeriggio per vedere le mie amiche causa allenamenti e studio”.
Riesci a stare nei tempi scolastici?
“Studio medicina veterinaria , non è una facoltà semplice già di per se, figuriamoci facendo sport! Io però non credo sia impossibile affermarsi in entrambe le cose , diversamente da come la pensano i miei professori dai quali non ricevo alcun tipo di aiuto.
Qual è il rapporto sport/ università?
Per l’importanza formativa che ha lo sport, credo che l’istruzione italiana sia ancora troppo lontana dal giusto incentivo che si dovrebbe dare agli sportivi, non parlo di aspetto economico, ma bensì di quello umano. Anziché supportare gli studenti sportivi si preferisce sottolineare il fatto che si debba necessariamente scegliere tra la carriera sportiva e quella formativa a livello di istruzione e lavoro.
I professori ti danno una mano?
“Io sono iscritta al terzo anno e in pari con gli esami, ma questo risultato ha comportato non poche difficoltà. Ad esempio proprio in questi giorni la nazionale italiana mi ha convocata a Formia per un raduno. Non potrò essere presente perché la mia facoltà richiede la presenza dell’ 80% delle lezioni in laboratorio e andando via una settimana supererei la percentuale di assenze possibili e perderei la possibilità di sostenere l’esame quest’anno. L’università ha respinto la richiesta della federazione di essere giustificata per questa settimana”.
Greta Repetti