
Nomi che riaccendono il ricordo e la fantasia dei tifosi: Niccolò Carosio, capostipite in assoluto delle prime radiocronache di calcio, Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Claudio Ferretti, Ezio Luzzi. Personaggi che si sono impressi, con la bravura, la voce e la loro spiccata personalità, nei timpani e nel cuore degli italiani, sempre più fedeli al rito consolidato della domenica pomeriggio. Rito che negli anni Sessanta vedeva come protagonista pressoché indiscussa la radio, mezzo di comunicazione tra i più immediati che, con l’avvento della televisione e delle tecnologie sempre più sofisticate, ha dovuto raccogliere una sfida importante per continuare a stare al passo con i tempi. E dunque, Riccardo Cucchi, Bruno Gentili, Giulio Delfino, Filippo Corsini, Francesco Repice e molti, molti altri che, “rubando”
il mestiere ai vecchi maestri hanno portato avanti la bandiera di una trasmissione unica, che non somiglia a nessun’altra. Attraverso le voci e le memorie di grandi giornalisti, di allora e di oggi, con questo libro si vuole ripercorrere la storia di un programma, dei suoi attori principali e secondari, ma al contempo la storia di un Paese e del suo costume attraverso cinquanta anni di calcio e di fede sportiva. E allora, mettiamoci comodi. “Gentili ascoltatori buon pomeriggio… I campi collegati sono nell’ordine … Al microfono i colleghi… Via con i risultati dei primi tempi”.
Con la radio è così. Chiudi gli occhi e vivi sognando la partita, trasportato dalla corrente di una voce ormai amica e… “Scusa, scusa Ameri”… “Scusa Ciotti, il Milan è passato in vantaggio”… E allora l’adrenalina entra in circolo e sì, può accadere che si sia testimoni, in diretta, di un risultato inaspettato, incredibile. Magari, “clamoroso al Cibali!”.