Cos’è per te Stelle nello Sport?
«È un progetto utile perché può dare visibilità a noi giovani atleti e, nel mio caso specifico, a discipline meno conosciute come il Down Hill. Essere tra i più votati nella mia categoria è motivo d’orgoglio».
Parliamo di te. Neanche il tempo di camminare più o meno stabilmente che il piccolo Loris era già in equilibrio su due ruote.
«Già. Non avevo ancora quattro anni quando cominciai a pedalare sulla mia biciclettina. Mio padre era nell’organizzazione delle gare di downhill a San Romolo, frazione di Sanremo. Mentre lui lavorava con l’attuale ct Roberto Vernassa, io e suo figlio Gianluca andavamo già in giro in cerca di salti, scalini e ostacoli da affrontare. Fremevo ogni anno per tornare lì, per rivedere i miei amici e andare insieme su e giù per il paese. Proprio in una di quelle occasioni riuscì a conoscere il mio idolo, Loic Bruni».
Come l’hai conosciuto?
«Veniva a vedere la gara di suo padre e, tra una prova e l’altra, pedalavamo in giro per tutto il paese. Loic un ragazzo francese, poco più grande di me. Con lui condivido la passione per il Down Hill e, con gli anni, spero di diventare come lui: non solo è un amico, ma è davvero molto forte. È stato campione del mondo Junior tre anni fa e ora è uno dei più forti del mondo nella categoria Élite».
Le due ruote per un appassionato sono pura vita. Qual è stata l’emozione che ti ha segnato di più?
«La mia prima gara di Coppa del Mondo a Fort William, in Scozia. Per arrivarci mi qualificai al pelo, 27° su trenta. E io neanche sapevo che esistesse la qualifica anche per gli Junior: lo scoprì solo per caso il mattino dopo».
Cos’hai provato al momento della partenza?
«Di tutto. Prima ero davvero terrorizzato. Ma con noi c’era anche il grande Walter Belli. Che mi disse: “Se riesci a trasformare tutto il tifo in grinta hai vinto la tua gara”. Appena partito mi lasciai indietro ogni dubbio, pensando alle parole di Walter. E devo dire che ci riuscii: il percorso era pieno di gente che mi incitava e grazie al loro sostegno non sentii neanche la fatica. E alla fine arrivai 10° tra gli Junior, per me un gran risultato. Ora Walter è fermo per un infortunio davvero brutto, colgo l’occasione per fargli i miei auguri più sinceri di pronta guarigione. Stay strong Walter».
Qual è la benzina che ti spinge a dare quel qualcosa in più in gara?
«Il sostegno dei miei genitori. Perché i risultati vanno di pari passo con i sacrifici: io ne faccio abbastanza per l’età che ho, ma mai quanto i miei genitori. Non avendo un sponsor che mi paga le trasferte, sono loro a farsi in quattro per mandarmi a correre e divertirmi. Per questo gliene sono molto grato».
Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
«Vorrei partecipare alla Coppa del Mondo e gareggiare più di una Top 5. Punto anche ai campionati italiani assoluti per poi arrivare alla Nazionale per i Mondiali ad Andorra. Sarebbe davvero un sogno. Che Stelle nello Sport mi aiuterebbe sicuramente a realizzare».
Daniele Zanardi