“Sport e Longevità” a Chiavari. Utili istruzioni per l’attività sportiva in età avanzata

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Si scrive «Sport e longevità», si legge entusiasmo e benessere. Sono stati questi i temi trattati nell’interessante convegno organizzato dalla Chiavari Scherma in collaborazione con Stelle nello Sport tenutosi stamattina nella sala Ghio-Schiffini della Società Economica di Chiavari in attesa della sesta prova Open Nazionale Master di fioretto, sciabola e spada in programma sabato 18 e domenica 19 aprile al Palazzetto dello Sport di Chiavari. L’incontro, moderato da Marco Callai, ha radunato esperti e protagonisti del mondo dello sport e della medicina sportiva. Il tutto al cospetto degli studenti del Liceo Sportivo Gianelli di Chiavari e del ricco parterre di istituzioni che ha aperto le danze con saluti e ringraziamenti.

Tra i primi a intervenire il vice-sindaco di Chiavari, Sandro Garibaldi: «Chiavari Scherma sta portando avanti qualcosa di importante. Su tutti, gli Open Master che nei prossimi giorni animeranno la città: gli abitanti si stanno preparando al pienone. È un evento che può aiutare in modo sostanziale il bilancio in un momento di difficoltà».

«Siamo riusciti a organizzare un bell’evento qui a Chiavari – gli fa eco il consigliere federale della Federazione Italiana Scherma, Renato Buratti che porterà centinaia di persone in città. Ma è anche importante parlare di sport inteso come salute: la longevità significa che l’attività fisica ha dato benessere. Questo fine settimana vedremo la dimostrazione che nonostante l’età si possono raggiungere importanti traguardi. E tra tanti giovani, sulla pedana saliranno anche atleti ultra-settantenni».

Non poteva mancare il contributo della Regione Liguria, rappresentata dall’Assessore allo Sport Matteo Rossi: «È utile parlare di sport e dei suoi risultati per corpo e spirito. Noi come Regione Liguria contribuiamo a finanziare realtà che danno l’opportunità di praticare sport a titolo gratuito, ma sempre controllato da medici e addetti ai lavori per monitorare lo stato di salute degli atleti».

Il convegno vero e proprio è stato inaugurato dalle sagge parole di Michele Maffei, campione olimpico di scherma a Monaco 1972 e attuale presidente dell’Associazione Medaglie d’Oro al Valore Atletico. «Quando si parla di sport – ha esordito Maffei – si pensa spesso ai traguardi, ai successi, ai risultati. Ma non si parla del più importante aspetto dell’attività psicofisica. Lo sport vuol dire essere seguiti, assistiti e praticare discipline adatte alle proprie caratteristiche e possibilità. Vale per tutti, giovani per primi. Vale per divertirsi. Non esistono età per divertirsi. Con lo sport c’è solo la possibilità di stare insieme e condividere emozioni. Anzi, dopo i 70 anni ci si diverte anche di più. Ma bisogna avere le giuste assicurazioni: salute e un’alimentazione sana viaggiano di pari passo all’attività. Il compito dello sport è raggiungere il benessere, non per forza il risultato. Quindi sì all’agonismo che può essere interpretato in diverse accezioni: non per arrivare al top, ma per migliorare se stessi».

A seguire, l’animato intervento di Giobatta Persi, ciclista record-man italiano e mondiale over 75. «Il primo pensiero che ho espresso nella mia relazione è stato quello di testimoniare ai ragazzi l’inizio della mia carriera su due ruote. Ho iniziato a 50 anni, per cui ognuno ha tutto il tempo e tutta la strada per raggiungere degli obiettivi. Obiettivi che vengono intesi per migliorare se stessi, non di essere campione del mondo. Un titolo può venire se mette in progetto una certa attività e certi sacrifici. Come detto, io mi alleno 365 giorni l’anno, ma sempre con criterio. E si migliora fisicamente e sotto tutti gli aspetti. Io ora continuo i miei allenamenti per riprendere il record. Il primo a battermi è stato un francese, ma per una piccola distanza. Ora sto lavorando per riprendere il record e migliorare il mio primato italiano. E in progetto ho intenzione di percorrere le tappe più dure e affascinanti sulle vette italiane».

Un’altra testimonianza “di corsa” è stata quella raccontata dal medico Rosanna Vagge, presente in veste di presidentessa dell’Associazione «I Fili» e soprattutto di instancabile maratoneta. «L’età è solo un numero. Sentirsi meno anni rispetto a quelli che riporta la carta d’identità è un aspetto del tutto naturale. Io corro tanto e il mio sogno è quello di partecipare, tra tanti anni, alla Maratona di New York per la categoria Over 85. Ho molto tempo per realizzare quest’impresa, ma ci proverò con tutta me stessa. Perché è così: se si allenati, si vive più a lungo. E si, la fatica è tanta, ma è ampiamente ripagata dal traguardo. È bello arrivarci da soli lì alla fine, ma lo è ancora di più tenendo la mano di un amico».

Lo sport viaggia in parallelo alla salute. E quindi a una buona alimentazione. Questo è stato il leit-motiv dell’intervento del dottor Luca Ferraris, presidente genovese della Federazione Medico Sportiva. «È importante che si parli di questi argomenti. Perché lo sport ha una grossa azione nella prevenzione di patologie che nella terza età possono rappresentare invalidanti e nello stesso tempo previene i cali naturali e fisiologici di alcune prestazioni, come quella dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio e dell’apparato locomotore. L’alimentazione è importantissima, nello sport e nella vita di tutti i giorni. Non è pensabile che una pratica sportiva abbia effetto se non si segue un’alimentazione corretta. In particolare: bere molta acqua, consumare frutta e verdura, limitare le carni rosse, formaggi e salumi in quanto grassi saturi, preferire carni bianche, pesce e quei grassi insaturi, come l’olio extra-vergine d’oliva per restare in Liguria. Chi ha sempre praticato attività sportiva ha esercitato in contemporanea un’azione di prevenzione verso patologie legate al poco movimento, come diabete, cardiopatia ischemica, arteriosclerosi e il sovrappeso. Però non è neanche escluso che chi non ha mai praticato sport da ragazzo e trova con l’età della pensione il tempo di praticarlo cominci a farlo, ma rispettando alcune piccole regole. Intanto la visita preventiva perché dal punto di vista cardiologico è giusto fare un punto di partenza e vedere che tutto vada bene. Solo allora allenarsi in maniera graduale con dei carichi progressivi, magari individualizzando l’attività motoria secondo quelli che sono le capacità del soggetto. In questo modo l’attività sportiva si può portare avanti anche in età avanzata».

Il corpo, in età avanzata, necessita ancora di più di cure e attenzione. Su questo tema sempre attuale si è concentrato lo sguardo di Luca Serpero, fisioterapista e osteopata dello Isocinetic S. Chiavari, che con una spiegazione molto tecnica ha esposto i meccanismi del corpo umano soggetto a sforzo fisico. La sua relazione, intitolata «Vantaggi fisici legati alla pratica dello sport anche in età avanzata», si è soffermata sull’importanza dello stretching . «L’attività di allungamento – ha spiegato Serpero – è una fase fondamentale per tutti gli sportivi, specie per chi pratica discipline in età avanzata. L’apporto e l’attenzione dedicata ai muscoli del nostro corpo trasmette beneficio e longevità nell’attività fisica».

Sulla stessa scia tracciata dal dottor Ferraris, la puntuale relazione stilata dalla dietista Roberta Savio. «Non esiste una dieta ideale. Quella personalizzata sì. Ed è la strada giusta da percorrere per arrivare al massimo profitto sportivo. La dieta varia in base a diversi fattori, ma soprattutto all’età, alle patologie e alla disciplina sportiva praticata. Da buona italiana, non posso che consigliare vivamente la dieta mediterranea. L’uso dei carboidrati è spesso demonizzato ma, rivolgendomi proprio ai giovani, si tratta della maggior parte del nostro fabbisogno, circa il 55-65% del totale. Da limitare le carne rosse e i grassi saturi. Così come le bevande zuccherate che alla lunga non danno la stessa idratazione dell’acqua».

Infine, a concludere la stimolante serie di interventi sul binomio sport e longevità, la psicologa Elena Passoni ha sottolineato l’importanza dell’attività sportiva a livello mentale. «L’allenamento mentale deve andare di pari passo a quello fisico. Lo psicologo sportivo lavora affiancandosi alle richieste del mondo sportivo alle aspettative dell’atleta. I problemi più comuni sono l’ansia da prestazione, lo stress, la preparazione mentale tra pensieri ed emozioni e il recupero da situazioni difficili. L’aspetto mentale garantisce l’ottima prestazione e aiuta a centrare il risultato. Per fare un esempio pratico, nel calcio si è calcolato che un giocatore tocca la palla per tre minuti sui 90 complessivi. Nel tempo rimanente quindi lo sforzo fisico non è continuativo, ma quello mentale sì. L’atleta, oltre al corpo, deve allenare la sua mente tutti i giorni».

Daniele Zanardi

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