Sapevi di essere tra i più votati?
«No, non lo sapevo. E a dire la verità non me lo sarei mai aspettato. Sono molto contento: per me è un risultato importante».
Cosa pensi di Stelle nello Sport?
«È un ottimo progetto che raggruppa tutti i migliori atleti liguri. Solo farne parte è motivo di orgoglio, essere tra i più votati mi rafforza ancora di più».
Quando hai preso in mano una racchetta per la prima volta?
«Gioco a tennis da quando ho tre anni. Mio padre è maestro e mi ha trasmesso la passione per questo sport. Tanto che non ho avuto bisogno di provarne altri: è stata la mia unica passione sin dall’inizio. Anche se, a dire la verità, non ero tra i migliori. Ma ho lavorato tanto fino a diventare professionista».
La strada per diventare grande è ancora lunga. Ma per arrivare fino qui quanti sacrifici hai dovuto affrontare?
«Tanti, davvero. Ma sono disposto a farne molti altri ogni giorno per arrivare a un livello sempre più alto. La strada non è stata facile per me e le persone che mi sono sempre state vicine, ma non voglio fermarmi qui. Devo molto al mio coach Diego Nargiso che mi segue da quasi un anno e alla mia squadra, il Tennis Club Genova: stiamo lavorando al massimo per ottenere i migliori risultati. E, magari un giorno, arrivare in Nazionale».
Hai 21 anni e la strada per diventare grande è ancora lunga. Ma fin qui qual è stato il momento più intenso della tua carriera?
«L’estate scorsa a Sion, in Svizzera. Il mio primo successo a livello professionistico è il mio miglior ricordo sul campo da tennis. Ho vinto il premio da 10 mila dollari dopo un torneo in cui sono riuscito a esprimere il mio miglior tennis dopo un periodo di stagione di alti e bassi. In più è stato particolare vivere in una casetta sulle montagne intorno a Sion con la mia ragazza: lì ho trovato il giusto riposo e l’equilibrio ideale per affrontare ogni match al massimo».
Ti ispiri a qualche “grande” del tennis?
«Là in cima c’è Federer, senza dubbi. Sta scrivendo la storia di questo sport dentro e fuori dal campo: è un esempio per tutti. Ma per restare in Italia mi piacciono molto i ragazzi della Nazionale azzurra, li seguo sempre volentieri».
Quali sono i pregi e difetti di essere mancini sul campo da tennis?
«Prima poteva essere un vantaggio non da poco, ma negli ultimi tempi il livello generale ha alzato l’asticella della qualità: ora tutti sono preparati ad affrontare un giocatore mancino. Ciò non toglie che noi mancini ci alleniamo e sviluppiamo il nostro gioco per affrontare giocatori destri, che sono la maggior parte. Viceversa, per un destro è più raro trovare un mancino sulla propria strada. Questo è il nostro piccolo vantaggio».
Come sarà il 2015 di Andrea Basso?
«Per il momento sono concentrato per risolvere un piccolo infortunio che mi sta tenendo lontano dai campi. L’obiettivo è tornare il prima possibile per alzare la mia posizione la classifica e dare il meglio in campo, allenamento o partita che sia».
E magari vincere Stelle nello Sport.
«Ne sarei onorato. Sarebbe un ricordo bellissimo tra i successi che ho conquistato e, spero, conquisterò nella mia carriera».
Daniele Zanardi