Chiamare “Grande Sfida” un evento di esibizione richiede una certa dose di coraggio. Bisogna avere grandi capacità e quel pizzico di follia che consente di ottenere grandi risultati. A giudicare dalle prime edizioni del suo format, si può dire che Ernesto De Filippis le possieda entrambe. Per due volte di fila, in tempi di crisi, ha riempito il Mediolanum Forum di Assago portando in Italia il top del tennis femminile: le sorelle Williams, Maria Sharapova, Ana Ivanovic e le quattro azzurre di Fed Cup: Francesca Schiavone e Flavia Pennetta nel 2011, Sara Errani e Roberta Vinci nel 2012. Ma per la terza edizione, che riporta l’ATP Champions Tour in Italia dopo 6 anni, non poteva esserci un nome più azzeccato. I nomi di John McEnroe, Ivan Lendl, Goran Ivanisevic e Michael Chang evocano anni gloriosi, ruggenti, mitici. L’entusiasmo degli anni 80, le luci sfavillanti degli anni 90. Anni, appunto, di Grandi Sfide. Messi insieme, i quattro campioni che il 17 e il 18 ottobre giocheranno a Genova e Milano, hanno vinto 17 tornei del Grande Slam. McEnroe e Lendl sono stati numeri 1 del mondo, Ivanisevic un Chang un gradino più sotto. Ma i numeri e il pallottoliere dei trofei, per quanto importanti, non descrivono le emozioni che ci hanno regalato.
