Simone Parodi ha ancora negli occhi la gioia del terto “titulo”. Poche ore di sonno. Con tutta la Lube Macerata ha festeggiato il terzo scudetto della sua carriera. A Perugia si è preso una bella rivincita. Vittoria in quattro set (il quarto addirittura per 33-35) ed esultanza davanti a seimila tifosi avversari che non hanno fatto una piega. Questa è la pallavolo. Questo è lo sport!
Forse vale la pena partire da qui, vero Parodi? Almeno dopo quello che tutta Italia (e non solo) ha visto sabato sera a Roma.
“Beh c’è poco da dire. Abbiamo giocato contro 6000 tifosi caldissimi. Non è stato lanciato nessun oggetto. Abbiamo vinto e festeggiato sul loro campo. Applausi. Amo la pallavolo proprio per questo. Il calcio è fuori da ogni logica. Il nostro è uno sport pulito. Quello che propone il calcio ha superato da tempo ogni limite. Quello che abbiamo visto sabato sera fa davvero schifo”.
Il popolo biancorosso ha festeggiato nel suo spicchio di tribuna in mezzo ai tifosi perugini per la verità. Divisi solo da una paratia di plastica. Lasciamo stare. Il confronto pallavolo/calcio oggi è più che mai imbarazzante. Macerata festeggia il terzo scudetto della sua storia, il terzo conquistato in trasferta: Pesaro, Milano e adesso Perugia.
“Siamo stati più forti. Lo eravamo sulla carta. Lo siamo stati in campo. Più forti soprattutto nel carattere. Li abbiamo superati proprio sul loro “terreno”, ovvero siamo stati più decisi “caratterialmente”. E’ la cosa più positiva di una stagione difficile”.
Non è stata una stagione tutta rose e fiori…
“No davvero. Ora la copertina è tutta rosa, ma l’uscita dalla Champions e la sconfitta in Coppa Italia proprio con Perugia sono state dure da digerire. La peggiore? Direi proprio la Coppa Italia. La società si arrabbiò moltissimo e anche noi ci rimanemmo davvero male”.
Quella di ieri era proprio una rivincita.
“La più classica delle rivincite. Tra noi prima della gara 4 parlavamo solo di riscatto. Avevamo motivazioni fortissime. Abbiamo vinto per noi e per tutti quelli che non ci credevano. Abbiamo risposto da uomini veri”.
A livello personale ?
“Una grande gioia. Ho avuto qualche problemino fisico di troppo quest’anno. Nei momenti importanti però c’ero. Avrei voluto dare di più in Champions e in Coppa Italia. Però sono contento, alla fine abbiamo vinto il titolo. Terzo per Macerata e terzo per me”.
Il primo però lo ha vinto a Cuneo. Rischia di rimanere un “gronchi rosa”
“Beh se Cuneo sparisce sarà una delusione tremenda. Sono d’accordo con i tifosi: la pallavolo è nata a Cuneo ed è giusto che rimanga lì. Però capisco anche Lanutti. Sta cercando di salvare la pallavolo e se ha trovato a Torino i soldi è umano che la società si sposti. Non è facile portare avanti lo sport d’elite oggi. Guardate un po’ la Liguria…”.
Ecco, bravo, bella schiacciata. Perché da noi mancano società di Serie A. Anche solo una. Anche solo in A2 ?
“Prima cosa servirebbero soldi. Poi anche strutture. A Genova non c’è un Palazzetto. Come si fa a pensare di progettare una squadra di Serie A senza una casa per giocare dove ovviamente allenarsici? Ci vorrebbe qualche appassionato di pallavolo che possa investire un bel po’… Quando penso al volley purtroppo non penso alla liguria, non c’è molto. E a me piacerebbe tornare a giocare vicino a casa. Non dico molto ma almeno una squadra in Serie A …”.
Però i campioni non mancano. A parte te la Liguria sforna talenti in diverse discipline e non solo quelle di tradizione come la pallanuoto. Il più grande oggi ?
“Fabio Fognini. Senza dubbio. E’ un fenomeno. Se aggiusta qualcosina a livello mentale può davvero diventare un numero uno. E poi fatemi fare anche un applauso a mio cugino, Matteo Varnier, che è stato un grande nel beach volley e oggi da vice allenatore di Nicolai e Lupo ha conquistato due medaglie d’oro nel World Tour in Cina”
A proposito di obiettivi mondiali. Riposati che tra poco scatta il tour de force azzurro. Prima la World League e poi a settembre i Mondiali in Polonia.
“E’ il nostro obiettivo. Vogliamo vincere i Mondiali. Non sarà facile, ma dobbiamo provarci. Siamo l’Italia e abbiamo le nostre chance. Dovremo giocarcele da uomini veri”.