Stagione di esperienza in serie A1 con il suo club, l’Albaro Nervi, e il diciassettenne genovese vuole continuare a crescere, fino ai massimi livelli.
Yvan, già dall’inizio sei stato tra i più votati nella tua categoria. Cosa significa per te?
“Sono entusiasta, non me l’aspettavo assolutamente. Il progetto di Stelle nello Sport è davvero interessante e sono felice di essere stato votato così tante volte, anche perché la Liguria è una regione con grandissima tradizione nella pallanuoto, la migliore in Italia insieme a Lazio e Campania. Spero di rimanere tra i primi fino al Galà finale”.
Molti ti considerano una delle migliori promesse della pallanuoto italiana. Ma come sei arrivato fino a questo punto?
“Sono partito col nuoto, alla Mameli di Voltri, poi a 9 anni ho iniziato con la pallanuoto. In famiglia abbiamo tantissimi pallanuotisti e mia madre non era troppo contenta di averne un altro in casa! Poi ha dovuto arrendersi, quando ha visto quanto mi divertivo in acqua. Da allora non mi sono più fermato, ho fatto tre bellissime stagioni a Bogliasco, vincendo uno scudetto under 15, due bronzi under 17 e un argento under 20. L’estate scorsa sono passato all’Albaro Nervi”.
Ci racconti com’è andata questa stagione?
“Difficile fin dall’inizio. Ci sono stati dei cambiamenti in società, hanno deciso di puntare tantissimo su noi giovani, purtroppo i risultati non sono stati buoni. Ma non è tutto da buttare, anzi. Nonostante la poca esperienza della squadra, ce la siamo giocata con tutti. Possiamo guardare al futuro con grande ottimismo. Tutte le società dovrebbero cercare di far giocare i loro giovani più bravi, è il modo migliore per crescere. Non solo nella pallanuoto. penso all’esempio di Perin, portiere del mio Genoa. Sta facendo benissimo e ha solo 21 anni”.
Com’è stato il salto dalle giovanili alla A1?
“Passare in A1 è stato facilissimo per quanto riguarda i compagni di squadra, quasi tutti miei coetanei. Più difficile il rapporto con i colleghi avversari. Squadre come Savona e Pro Recco sono molto dure da affrontare, non risparmiano i colpi duri sott’acqua. Ma io mi difendo bene, non mi faccio intimorire”.
Secondo te, quali valori trasmette uno sport come la pallanuoto?
“Su tutti, lo spirito di sacrificio. So che questo sport non mi darà da vivere, gli stipendi sono molto bassi, ma sono felice di fare quello che mi piace. Anche a costo di sacrificare tempo per me stesso. A scuola vado abbastanza bene, quindi sono contento così”.
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
“Sicuramente il serbo Filip Filipovic, mancino come me, un campione vero, in grado di decidere la partita in ogni momento. Tra gli italiani, Gian Marco Guidaldi è un giocatore di intelligenza superiore, uno spettacolo per gli occhi”.
E la nazionale? Speri di farne parte, un giorno?
“Certo, ma so che per arrivarci devo continuare a lavorare, migliorare ancora molto, nessuno ti regala niente a certi livelli. La nostra under 20 ha vinto il Mondiale di categoria l’anno scorso, alcuni giocatori come Di Fulvio e Fondelli sono già nel giro della nazionale maggiore, sintomo che il CT Campagna sta attento ai giovani in crescita. Spero starà attento anche a me!”.
Mattia Cutrone