Francesco, come valuti il grande successo che stai a Stelle nello Sport?
“Ne vado molto orgoglioso. Per me è davvero una sorpresa. Credevo mi votassero solo i miei amici, invece noto che molte altre persone hanno apprezzato il mio lavoro e i risultati che sto ottenendo. Mi piace il progetto di Stelle nello Sport: credo che sia un’ottima iniziativa il tentativo di coniugare la valorizzazione degli sport poco reclamizzati come il “mio” Downhill e il sostegno ad associazioni da anni impegnate nel sociale come Gigi Ghirotti e Areo Onlus. Da parte mia, farò di tutto per promuovere i valori del mio sport a suon di vittorie, magari a partire dai prossimi Mondiali”.
Prima di parlarci dei Mondiali, raccontaci che tipo sei e come ti approcci alla vita da sportivo.
“Ho diciott’anni – 18 come il numero che porto affianco al mio nome sulla tuta da gara – e sono di Varazze. Sono molto legato alla mia città e quando sono via per lungo tempo ne sento la mancanza. Frequento la quinta liceo scientifico e quest’anno mi tocca la maturità. Nonostante i numerosi impegni sportivi, a scuola ho un buon rendimento. La mia passione è da sempre la mountain bike, ma amo anche la motocross, il podismo e lo sci. Purtroppo però, dopo vari infortuni, devo spesso rinunciare a questi hobby. Non è facile conciliare lo studio con l’attività agonistica, ma ci riesco bene grazie al supporto della mia famiglia e della mia società, la Iroh Axo Santacruz, con i cui membri, quasi tutti bergamaschi, ho uno splendido rapporto. Ad avviarmi alla bicicletta è stato mio papà Alberto che ha un passato da pilota di moto. Cerco sempre di prendere l’attività sportiva in modo serio e professionale e siccome voglio arrivare più in alto possibile, non mi pesa compiere parecchi sacrifici”.
Quali sono le particolarità della tua categoria – il downhill – e come sei diventato campione europeo junior?
“Il downhill è un ramo della mountain bike che prevede una corsa a tempo in solitaria lungo un tracciato completamente in discesa – per questo è detta gravity – che si snoda lungo pendii anche molto ripidi. Spesso vi si trovano ostacoli naturali, come rocce e radici, o artificiali come rampe e gradoni, con la possibilità di compiere grandi salti. Nelle categorie giovanili ne sono stato tre volte campione italiano. Nella mia carriera mi sono tolto grandi soddisfazioni anche nell’enduro e nel four cross, sebbene la ciliegina sulla torta del mio medagliere sia sicuramente la vittoria ai campionati europei junior di downhill in Bulgaria, l’anno scorso. Un’emozione indescrivibile che ha ripagato tanto duro allenamento, sei giorni su sette. Quel freddo pungente e quella pista ghiacciata rimarranno per sempre tra i miei ricordi più belli”.
Il 2013 è stato per te un anno sensazionale, ma il 2014 può esserlo ancora di più, vero?
“Senz’altro. Dopo aver cambiato metodo di allenamento durante l’inverno, ho iniziato la stagione con grande entusiasmo e i risultati sono arrivati: prima campione italiano junor enduro, poi stesso traguardo nel dowhill, la convocazione per i Mondiali in Sudafrica e infine la vittoria in Bulgaria. Più di così non potevo chiedere a me stesso. Da quest’anno, invece, sono diventato maggiorenne e ho compiuto il salto di categoria, entrando nella élite. La settimana prossima partirò alla volta di Città del Capo, per disputare il 12 e 13 aprile la prima gara del circuito mondiale. Poi mi aspettano due tappe del circuito italiano e infine dovrò andare in Slovenia per la prima performance di Ixs Cup. Sostenuto l’esame di maturità, a fine luglio sarò a Champoluc per il campionato italiano e poi ancora negli Stati Uniti e in Canada per altre due gare del Mondiale”.
Un’agenda zeppa di impegni la tua. Che obbiettivi ti poni ora che sei approdato tra i “grandi” e qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Intanto mi sto allenando duramente per la tappa sudafricana. Il tracciato è molto diverso da quelli europei e non sarà facile. Vincere sarà quasi impossibile vista la presenza di affermati campioni americani, australiani e neozelandesi. Sarebbe già un ottimo risultato entrare nella top 60. Il mio sogno resta comunque entrare a far parte di un team importante che mi permetta di gareggiare in tutto il circuito mondiale, per affermarmi tra i migliori downhiller del pianeta. Il mio idolo è Greg Minnar, tre volte campione del mondo. Corriamo con la stessa bici e ho anche la fortuna di essere suo amico”.
Tra studi e bicicletta il percorso di Francesco Colombo non sembra propriamente in discesa come i tracciati del downhill, ma il campione nato a Sanremo, con l’equilibrio che dimostra nella vita e sui pedali, ha tutta la stoffa per continuare a vincere, contribuendo a diffondere, in Liguria come in Italia, la passione per la mountain bike. In bocca al lupo!
Alessandro Pucci